(...)quindici giorni d'America passati in mezzo alla bufera di un risultato che non arrivava. Niente che ricordi la prima Inter che ha affrontato i modestissimi studenti dello Ucla, o quella che si è lasciata impallinare dal dischetto dai messicani o l'ultima col Chelsea, sconfitta da un'autorete e da un rigore, ma incapace di calciare in porta.
Qui passano solo tre minuti e 53 secondi, poi Diego Milito si beve Oguchi Oniewo e infila Kalac sul suo palo, quello di destra al quale sembrava indissolubilmente incollato. Mistero della penetrazione dei corpi, in tribuna sgomento, ma Diego Milito non poteva presentarsi meglio ai suoi tifosi, un gol al Milan per bagnare il suo esordio contro una squadra italiana con la maglia nerazzurra.
Non c'è stato solo il gol, anzi due, visto che Milito poi si ripeterà nella ripresa aggirando Abate e facendo carambola con Kalc. Si è visto anche un José Mourinho molto più disteso in panchina. Un José che ora non si alzerebbe mai per andare da un guardalinee a protestare.
C'è un giocatore nuovo per reparto, l'assemblaggio parte con parsimonia. Dietro Lucio fa il centrale con Chivu, in mezzo Thiago Motta si muove dentro lo zoccolo duro della squadra, davanti il Principe che non si pesta mai i piedi con Balotelli, appunto importante per i precedenti di Supermario con Ibra. Lucio non lascia mai la posizione, José gli ha detto di stare coperto e studiare i movimenti dei compagni di reparto. Esce un paio di volte palla al piede, stoppa d'autorità alcune iniziative di Borriello, costringe il resto a stargli dietro: se avanza tutti avanzano, se fa un passo indietro tutti fanno un passo indietro. Di sicuro la presenza imponente di un Cambiasso già autoritario aiuta molto. L'argentino con Zanetti, Muntari e Stankovic forma la diga, Thiago Motta osserva e impara. Il brasiliano non è ancora ai livelli loro, spesso non gioca la palla di prima intenzione e ferma triangoli piacevoli che fanno respirare e danno l'idea di un buon gioco d'assieme in cui tutti si aiutano. José nota e lo tira fuori dopo pochi minuti della ripresa. Quando crescerà Thiago Motta, tutta la squadra avrà un puntello in più. Medesimo discorso per Maicon, tremendo nelle sue incursioni e altrettanto pasticcione in un paio di frangenti
Il resto è l'Inter campione d'Italia, Zanetti su Pato la solita sorpresa: qual è il suo vero ruolo? Cosa non sa fare il capitano dell'Inter? Cambiasso si è spesso scontrato con Ronaldinho e ha sempre vinto i duelli. Muntari e Stankovic gli altri della vecchia guardia che non tradisce. Balotelli imprevedibile, picchiato e ammonito.
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