All’Uzbekistan il Festival della Montagna

Rolly Marchi

da Trento

Dopo 54 anni tutto è ben riuscito al Filmfestival di Trento, che alla nascita aveva nome soltanto «Della montagna», a cui si sono poi affiancate l’avventura e l’esplorazione, ma adesso si potrebbero aggiungere i libri, nuovi e antichi, i manifesti, le riviste, i canti dei cori della Sosat e della Sat che proprio quest’anno festeggiano l’ottantesimo compleanno. E tanto altro ancora, per cui la settimana per chi la vuol vivere veramente diventa un impegno che... alla mia età può essere anche stancante. Ma comunque coinvolgente e a tratti entusiasmante. I film inviati, divisi in sezioni, sono stati oltre duecento, tutti attentamente visionati da un impegnata giuria internazionale, presieduta da Maurizio Nichetti.
I due premi maggiori, Genziana d’oro Città di Bolzano e Città di Trento hanno consacrato due film di indubbio livello, che sicuramente un vasto pubblico vedrà in tv, ma mi auguro anche nelle sale. Il primo, Jenseits Von Samarkand, ha fatto sentire l’importanza dell’amore coniugale per una giovane donna che un’intera famiglia si impegna a soddisfare, realtà che nel suo Paese, l’Uzbekistan, è al primo posto tra le aspirazioni femminili. Il secondo, Conflict Tiger, invece ha giustamente premiato un lavoro ambientato nel clima quasi insostenibile della Siberia (girato a quasi 50 sotto zero) dove protagonista è la lotta fra un uomo e una tigre e che trasmette allo spettatore la realtà di ardue situazioni, che potrebbero avvenire in una bufera lungo una parete o in una burrasca nell’oceano. Le Genziane d’argento sono state assegnate a Tameksaout, girato in Marocco, The Giant Buddhas, dedicato ai Buddha giganti dell’Afghanistan, e Hotel infinity, dove l’immaginazione di un bambino pare poter salvare l’umanità dal suo tragico destino.


Coinvolgente la serata dedicata al grande Kurt Diemberger e le due, anche canore, nelle sedi della Sosat e della Sat per i premi Chiodo d’oro e per la cultura alpinistica. Tutto bene dunque, la 54ª edizione ha consacrato le buone mani del presidente Italo Zandonella Callegher e del direttore artistico Maurizio Nichetti.

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