Era andato semplicemente a farsi una doccia. Fatale. Domenica, un giovane egiziano di 20 anni è rimasto intossicato dal monossido di carbonio. Aveva «aperto» la manopola dello scaldabagno a gas. Un apparecchio non a norma. I medici del 118 sono intervenuti sul posto, tentando di rianimarlo. Ma è stato inutile. E inutile si è dimostrato anche il ricovero durgenza allospedale San Paolo di Milano, avvenuto intorno alle 15.30. Nel corso del pomeriggio di ieri, infatti, il ragazzo è morto.
E sempre ieri mattina, i carabinieri della compagnia di Magenta - assieme ai tecnici dellAem - sono intervenuti in via Gulli 3, dove è avvenuto il decesso, per verificare le condizioni dellimpianto di riscaldamento, e controllare che non si trattasse dellunico caso. Così non è stato. Lo scenario che si sono trovati di fronte, infatti, andrebbe oltre le peggiori aspettative.
Molti della ventina di appartamenti delledificio, infatti, sarebbero abusivamente «allacciati» alle rete urbana del gas, con pericolose conseguenze per la sicurezza dellintero stabile e - come la morte del giovane egiziano ha dimostrato - degli inquilini che lo abitano.
I militari, dunque, hanno presentato un dettagliato rapporto alla procura, e il pubblico ministero Letizia Mannella ha disposto il sequestro degli impianti, con conseguente divieto per i residenti di farne uso.
Parte degli inquilini, che occupavano abusivamente gli alloggi, ha deciso di trasferisrsi da via Gulli. Altri, invece, hanno preferito restare. Pur non potendo più contare su quel pericoloso sistema di «approvvigionamento».
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