Allarme anarchici, proselitismo nelle scuole

È allarme anarchici a Genova: la magistratura promette un «giro di vite» nei confronti di chi ha provocato disordini in occasione di alcune manifestazioni nel capoluogo ligure, tra cui quella di venerdì scorso organizzata dalla Fiom. Per questo la Procura ha costituito un pool di magistrati che lavoreranno sul materiale raccolto dagli agenti della Digos. Secondo una prima analisi, partita proprio ieri, ci sarebbe un gruppo di 15-20 persone che si organizzano e creano problemi durante i cortei. I reati contestati sono sempre gli stessi: si va dai danneggiamenti alla violenza, passando per la resistenza, le lesioni a pubblico ufficiale e l’occupazione abusiva di edifici pubblici o privati. «È un fenomeno - spiega il procuratore capo facente funzioni, Vincenzo Scolastico - da non prendere sottogamba. Anche perché questo nucleo di persone sta iniziando a fare proselitismo tra i ragazzi delle scuole». Al gruppo potrebbe essere contestata anche l’associazione a delinquere, viste anche le modalità degli «attacchi». «Siamo di fronte - prosegue Scolastico - a metodiche costanti e ricorrenti a cui partecipano sempre le medesime persone».
È al vaglio della procura, inoltre, l’opportunità di contestare a queste persone l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati già contestati in virtù della ciclicità e dell’organizzazione dell’azione di disturbo e violenta messa in atto durante le manifestazioni che si evince dalle relazioni di servizio della Digos e dei dirigenti dei servizi d’ordine.
I fascicoli sono stati assegnati al procuratore aggiunto Mario Morisani, e ai sostituti Biagio Mazzeo e Vittorio Ranieri Miniati. Sotto la lente ci sono tutte le manifestazioni di piazza, studentesche e dei lavoratori delle varie categorie, che dal 2009 fino ad oggi sono state funestate da disordini messi in atto da gruppetti di manifestanti.

La Procura di Genova, sempre con il supporto della Digos, ha creato pertanto un «superfasciolo» che riunisce tutti gli episodi, almeno una decina, dando vita a una task force di sostituti procuratori che dovranno analizzare tutte le relazioni delle forze dell’ordine e trovare una linea di intervento.

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