Allarme della Cisl bergamasca: "Troppo alcol sul lavoro, specie nei cantieri"

"Tra i muratori esiste la convinzione che bere un litro di vino non impedisca poi di salire sui ponteggi"

L'abuso di alcol in provincia di Bergamo sta diventando un problema sempre più grave, e ha conseguenze anche letali sull'ambiente di lavoro. Per questo la Cisl di Bergamo ha deciso di appoggiare l'attività dell'Associazione dei Club Alcologici Territoriali, che in settembre organizzerà un seminario aperto a chi è interessato ad approfondire i problema. Secondo una ricerca del Ser.T di Bergamo, la provincia conta 150 mila forti bevitori (dei quali ben 7.500 alcolisti conclamati) e 750 mila bevitori abituali.
«Una situazione culturale - notano alla Cisl - che non ha mai visto male chi alza il gomito, che propende per fare i brindisi alle feste comandate anche con i bambini, che non ritiene pericoloso bere prima o durante i lavoro...». «Il settore edile - spiega Gabriele Mazzoleni, segretario generale della Filca Cisl, che parteciperà alla tavola rotonda finale - è uno dei gangli del problema alcol nel mondo lavorativo. Tra i muratori esiste la convinzione culturale che bere anche un litro di vino non sia di impedimento a salire poi sui ponteggi, alla faccia dei tanti protocolli sulla sicurezza firmati negli anni. Non credo che sia un caso che uno dei fattori maggiori di morte nell'edilizia (ma comprendendo anche ogni settore lavorativo) sia la caduta dall'alto.

Il sindacato deve attuare una rivoluzione contro-culturale, perchè la cultura del buon bere non ha nulla a che fare con l'abuso e soprattutto con lo spregio per la vita. Anche al nostro interno purtroppo alcune resistenze a parlare di alcol permangono e intanto dobbiamo già iniziare a fare i conti con le nuove generazioni e con le droghe sintetiche».

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