Ennesimo grido dallarme dei costruttori liguri: «Abbiamo bisogno di velocità, siamo vicini al punto di non ritorno». Lo sottolineano in modo forte il presidente dellAnce Liguria, Roberto Principe, lo conferma il responsabile comunicazione Michele Parodi. «Ad un anno di distanza dagli Stati Generali delle costruzioni, continuano a mancare le risposte per uscire dalla crisi». I dati in Liguria sono disastrosi, nel 2009 il comparto ha perso 2840 lavoratori, negli ultimi due anni sono fallite 71 imprese di costruzione. Alle casse edili mancano i contributi di oltre 400 aziende. E nei primi tre mesi di questanno drammatico è il calo degli indicatori». La Liguria, è stato ancora sottolineato, registra il peggior risultato italiano per crollo di investimenti nelledilizia non residenziale, siamo a -64,8%. Colpa di chi? Un po dello Stato centrale, sono in ritardo i finanziamenti alle Regioni, si moltiplicano gli adempimenti cartacei, il patto di stabilità strangola le amministrazioni, gli appalti di lavori pubblici durano dieci anni. E la Regione: i costruttori sperano che i responsabili capiscano il momento drammatico.
Come uscire da questa crisi? Ecco alcune soluzioni: spendere i soldi che ci sono e con rapidità, accelerare il piano infrastrutturale, rivedere il «piano casa 2» (in modo particolare) semplificando in modo drastico le normative. «Abbiamo chiesto alla Regione - dicono i costruttori - di costruire un gruppo di lavoro proprio sul tempo della semplificazione. I tempi sono stretti, indilazionabili. Intanto un primo passo lo hanno fatto in Provincia, Massimo Pernigotti e Giuseppe Rotunno Pdl: «Il nostro obiettivo - dicono nella loro mozione - è non rimanere insensibili al grido dallarme del comparto edilizio, proponendo senza provocazione e strumentalizzazioni verso altri Enti e Istituzioni, un insieme di temi concreti su cui lavorare per scongiurare licenziamenti e chiusure dimpresa».
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