Il Senato vota allunanimità le mozioni presentate da tutti gruppi parlamentari sul gioco dazzardo con un corale grido dallarme su un fenomeno sociale in rapida espansione che coinvolge minori, pensionati e quanti in difficoltà economica vi ricorrono anche in modo compulsivo. Tutte le mozioni, accolte dal governo, impegnano con diversità di accenti, lesecutivo ad attivarsi per prevenire e reprimere adeguatamente il gioco dazzardo illegale e le interazioni con la criminalità organizzata e a intervenire con misure per regolare in modo più severo il gioco legale.
I documenti votati dai senatori impegnano il governo a individuare gli strumenti più idonei a riesaminare le concessioni e le licenze fin qui assegnate integrandole nel nuovo contesto socio-economico e normativo; a introdurre efficaci misure di controllo dei giochi telematici; a introdurre nuove e più stringenti norme a tutela dei minori.
Nel corso del dibattito sono stati forniti alcuni dati dei Monopoli di Stato che dimostrano limportanza del tema affrontato. Nel 2006 la raccolta del gioco è stata pari a 15,4 miliardi; nel 2009 è stata pari a 53,7 miliardi; nel 2010 la raccolta è stata di 61,4 miliardi: circa il 4 per cento del Pil nazionale. Nel giro di quattro anni la raccolta del gioco è aumentata del 400 per cento.
Nelle mozioni si parla del fenomeno della «ludopatia» come una malattia da curare con un trattamento terapeutico anche se i primi tagli della sanità, ha lamentato lopposizione, riguardano proprio questo settore in quanto la ludopatia non è ancora considerata una malattia scientificamente accettata.
Si è parlato di cosa avviene su Internet con piattaforme collocate allestero che raccolgono denaro, senza neanche passare da intermediari. È un settore che invade le televisioni con i videopoker e si tratta di società che operano allestero e che non versano allerario neanche un euro perché sfuggono a qualsiasi controllo.
Una particolare attenzione è stata dedicata a quanti spendono soldi ai videogiochi nei bar e altri punti di vendita.
Un recente rapporto dellEurispes, illustrato dal senatore dellIdv Elio Lannutti, afferma che le persone patologicamente dipendenti dal gioco sono stimate in circa 700.000 unità, delle quali circa l85 per cento sono uomini. Di questi, il 51 per cento hanno unetà compresa tra i 40 e i 50 anni, il 22 per cento unetà compresa tra i 50 e i 60 anni e il 6 per cento ha oltre i 60 anni.
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