Allarme nei supermercati furti aumentati del 16%

Rispetto allo scorso anno, i furti nei centri commerciali sono cresciuti del 16 per cento e i borseggi nei parcheggi del 18. Fino ad arrivare a quota 150 al giorno. È quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio di Milano che ha fondato la società A.C.S. (Accoglienza, cortesia e sicurezza) con oltre venti operatori impegnati nel controllo dei parcheggi di cinque supermercati di Milano e provincia. Da un monitoraggio in venticinque centri commerciali, l’Osservatorio ha constatato che all’interno dei punti vendita i ladri sono per il 40 per cento rumeni, per il 20 italiani, per il 25 zingari e per il 15 per cento di altre etnie. In particolare marocchini e sudamericani. Nei parcheggi a farla da padrone sono invece i sudamericani, in particolare peruviani e ecuadoregni che effettuano in destrezza il 75 per cento dei borseggi. All’interno dei negozi vengono rubati soprattutto profumi, bottiglie di liquore, parmigiano e salumi vari, ma anche materiale elettronico per valori medi di 120 euro, con punte anche di 300/400 euro. Le tecniche sono svariate: c’è chi esce dall’entrata con il carrello pieno e chi nasconde la refurtiva sotto i vestiti. Per quanto riguarda i parcheggi, invece, i furti riguardano soprattutto borse di donne sole e anziane che lasciano i loro averi nell’auto mentre riportano il carrello. Secondo la stima dell’Osservatorio, ogni mese nei 354 centri commerciali, grandi supermercati e supermercati della provincia viene rubata merce per un valore di 18 milioni di euro, mentre i circa 150 borseggi al giorno comportano un danno mensile per i clienti pari a un milione e 200mila euro tenendo conto di denaro, cellulare e del tempo perso per rifare i documenti. Nei parcheggi vengono rubate in media 12 auto al mese. «Fenomeni raddoppiati dall’inizio della crisi economica - sottolinea Todisco, presidente dell’Osservatorio - che non produce solo una diminuzione dei consumi ma anche un aumento consistente di furti e borseggi.

Acs ha individuato una strategia che consiste nel posizionare all’ingresso gli operatori per far deterrenza e selezione. Con questa strategia abbiamo ridotto i borseggi a uno ogni cinque mese. Ciò avviene perché gli operatori provengono da paesi poveri come Cuba, Albania, Senegal e Kenia mettendoci passione e professionalità».