È allarme pensioni Il governo al lavoro sulla riforma fiscale

Roma Per i giovani non c’è solo il grande problema del lavoro - messo in evidenza nel messaggio di fine anno di Giorgio Napolitano -, ma anche un forte rischio pensionistico. Il sistema previdenziale italiano è in sicurezza, ma sono altrettanto sicure le pensioni per le giovani generazioni?
Un rischio, in effetti, c’è. Non si tratta del «se» - gli assegni arriveranno di sicuro - ma del «quanto»: molti lavoratori potrebbero avere in futuro pensioni basse, ad un livello fra il 50 e il 60 per cento della retribuzione. La cosiddetta ricchezza pensionistica, spiega la Banca d’Italia in uno studio pubblicato nello scorso dicembre, «risulta inadeguata per settori significativi della popolazione italiana». Circa il 15 per cento dei lavoratori occupati - tre milioni e mezzo di persone, più o meno - «presenta tassi di sostituzione della pensione pubblica inferiori al 60 per cento», insieme con bassi tassi di risparmio.
«I numeri di Bankitalia traducono le preoccupazioni del Quirinale: se un giovane precario lavorasse per quarant’anni, percepirebbe meno della metà di un pensionato di oggi», attacca Antonio Di Pietro. In realtà, il rischio della pensione insufficiente è più elevato non solo per i giovani, ma anche per i lavoratori del Mezzogiorno, per i dipendenti del settore privato e per i lavoratori nella fasce inferiori di reddito. Inoltre, proprio chi dovrebbe risparmiare di più per integrare la bassa pensione pubblica con forme previdenziali private, non riesce a farlo perché percepisce un reddito insufficiente. In questi casi, rileva lo studio di Bankitalia, le politiche per incentivare il risparmio previdenziale «sono chiaramente inefficaci, ed è necessario prevedere interventi di natura assistenziale». I giovani hanno «scarsa la consapevolezza della propria situazione previdenziale». La partecipazione alla previdenza integrativa è ridotta proprio per le categorie che avranno più bisogno di integrare la pensione pubblica, in primo luogo i giovani.
Se è vero, come ha rimarcato il capo dello Stato, che il «problema dei problemi» per i giovani è il lavoro (il tasso di disoccupazione fra i 15 e i 24 anni è del 24,7%), anche la questione previdenziale è molto seria. Come trovare i rimedi? Con gli ultimi interventi, il governo ha puntato sulla previdenza integrativa, ad esempio con il conferimento del «Tfr» ai fondi pensione. Ma la vera soluzione è nella riforma fiscale.

Meno tasse sul reddito dei lavoratori, che avranno così maggiori risorse da investire nel risparmio pensionistico; meno tasse e costo del lavoro più basso per le imprese, che potranno assumere di più. Su questo fronte stanno lavorando le commissioni insediate dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, con l’obiettivo di varare la riforma entro la legislatura.

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