Alle 13 scatta l’allarme: evacuata l’area Charter È paura fra i passeggeri

L’allarme bomba a Malpensa scatta poco dopo le 13. Una donna delle pulizie trova un pacco sospetto nel bagno degli uomini. Non lo tocca, chiama subito la polizia. Ed ecco che prendono il via tutte le misure di sicurezza. Compresa l’evacuazione dall’area 9 fino all’area 13.
Tutti i passeggeri in coda al check-in vengono fatti trasferire ai banchi del lato opposto dell’aeroporto. Si tratta di oltre duecento persone pronte, con tanto di biglietti e documenti in mano, a imbarcarsi sui voli: uno della compagnia Livingstone diretto a Cancun in Messico, l’altro della compagnia Eurofly diretto a Hurgada, in Egitto sul Mar Rosso.
Al terminal uno viene velocemente transennata tutta la zona compresa tra i gate per gli Stati Uniti, considerati tra i più a rischio, e i banchi di Lufthansa. Di colpo è il deserto. Bloccata anche l’area al piano superiore, dove si trova un ristorante. E non mancano momenti di panico tra i passeggeri. Chi spinge i carrelli carichi di valigie sussurra ai vicini: «C’è una bomba in aeroporto». Il passaparola è veloce, velocissimo. Qualcuno accelera il passo, qualcun altro prende in braccio il bambino e se la dà a gambe. C’è chi pensa di non partire più, chi invece mantiene la calma e spera in un falso allarme: «Sarà il solito zainetto dimenticato in giro da qualcuno». E invece no. Si tratta di un pacco quadrato, legato con del nastro adesivo nero, venti centimetri per dieci, con dei fili e un’antennina che spuntano all’esterno. Una simulazione di bomba, fortunatamente senza traccia di esplosivo all’interno. Intervengono gli artificieri. Uno di loro, protetto da uno scafandro, porta il pacco fuori dai bagni e lo fa brillare. Non appena, alle 13,40 la scatola viene colpita da una cannonata d’acqua, va in frantumi: rivela un innesco e un radioricevitore. Insomma, le caratteristiche della bomba ci sono, la capacità di esplodere fortunatamente no.
Ora, gli artificieri sono al lavoro per analizzare i minuscoli pezzi in cui è stata frantumata la finta bomba e per capire la loro origine. Chi ha agito, lo ha fatto proprio all’indomani delle 72 ore di allarme massimo a seguito del tentato atto terroristico a bordo del volo Amsterdam-Detroit. E forse ha voluto dimostrare che in aeroporto si può piazzare una bomba. Almeno nei bagni prima del check-in. Dopo le verifiche del caso, l’area dei voli charter viene riaperta e alle 16,30 tutto torna alla normalità. Fatto sta che l’aeroporto è entrato in allerta ed è stato semi paralizzato per quasi quattro ore. Il traffico tuttavia sembra non aver subito particolari rallentamenti.


Le hostess dei banchi evacuati sono state trasferite assieme ai passeggeri in un’altra area dell’aeroporto per procedere con tutte le operazioni di imbarco e non sono stati accumulati ritardi. In aeroporto i controlli restano serrati, soprattutto ai gate dei voli più a rischio: quelli per gli Stati Uniti e quelli diretti a Londra.

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