Alle elementari gli svaghi di altri tempi

Francesca Di Biagio

Tiro alla fune, palla avvelenata, campana, quattro cantoni. Sono parole sconosciute per molti bambini di oggi, abituati a computer, telefonini e play station di ultima generazione. Sono ricordi di un’infanzia trascorsa all’aria aperta, per tanti genitori che ancora sognano la spensieratezza di un tempo. Immagini di un mondo lontano, ma non del tutto perduto, fortunatamente. Un mondo ricostruito, mattone dopo mattone, e sottratto all’oblio della modernità, grazie alla fantasia incessante di un eterno Peter Pan, come Giorgio Reali, fondatore e presidente dell’Accademia del gioco dimenticato.
«Tutto è nato nel 1986 a Merano, inizialmente come integrazione della Federazione Braccio di ferro, da me fondata» racconta Reali, che riproduceva fedelmente giochi degli anni ’60, cercando nelle discariche legno, ferro, barattoli e sassi. «Organizzavamo gare nelle sagre di paese in tutta Italia, isole comprese. Coinvolgevamo nonni e nipoti. Poi un bel giorno il mio progetto ha vinto il concorso per la città della cultura "La fabbrica del vapore" di Milano, mi sono trasferito nel capoluogo lombardo e così è cominciata la mia avventura».
Nessuna difficoltà a far giocare i bambini con le biglie o i soldatini nella metropoli più tecnologica e benestante d’Italia, dove soltanto ciò che è nuovo è alla moda, soprattutto tra i più piccoli? «Niente affatto - dichiara con sicurezza Reali - ho incontrato il sostegno di molte famiglie di educazione medio alta, impegnate nel sociale, con figli curiosissimi di scoprire e toccare oggetti mai visti prima». Con il passare degli anni l’Accademia è uscita dalle sagre per entrare nelle scuole, nei festival dedicati alla scienza, nelle università, quali Politecnico di Milano, Padova, Salerno, nelle amministrazioni comunali, con la proposta «Sindaco Peter Pan», che affida al primo cittadino il compito di indicare l’area dove esporre e utilizzare i giochi «salvati». E oggi Reali lancia anche l’idea di istituire un’ora settimanale di gioco alle scuole elementari, come accade per la ginnastica.
Con sede presso la Fabbrica del vapore, in via Nono 7 (fa parte di uno dei suoi sette laboratori culturali), l’Accademia, ha al momento classificato un centinaio di giochi «da salvare», tra i quali le figurine, i castelli di sabbia, la capriola, la morra, il domino, la cucina e le pentoline. Ma anche giochi per adulti, quali il backgammon, scala 40, scopone scientifico. Reali e la sua squadra ne riabilitano l’uso tramite tornei e gare organizzati a Milano, in tutto il Paese, e anche all’estero, grazie alla collaborazione con analoghe associazioni europee. I primi a essere coinvolti sono i papà, «ancor più delle mamme, spesso impegnate in altre faccende» spiega Reali. «Ludopapà» insegna a ogni genitore come costruire il kit perfetto del gioco dimenticato, composto da biglie, tappi, elastici e vari articoli ricreativi, «semplici, ma formativi». Ludobaubau, invece, fa partecipare i cani, i migliori a mici dei bambini, con campionati di nuoto per quadrupedi, caccia al tesoro (in coppia con i bambini), percorsi a ostacoli nei principali parchi di Milano, dove si svolgono attività ludiche.
E per questo Natale è in programma un ludomercatino «con tante cose buffe, come pacchetti di vuoti di sigarette, riempiti con piccoli giochi, come la pista dei bottoni e la scritta "Giocare fa bene alla pelle, allo spirito al cervello"».


Giocare ai videogame, invece, fa così male? «Nulla contro i videogame - precisa Reali - tranne quelli violenti. È giusto che un bambino sappia maneggiare un game boy, ma anche inventarsi il proprio passatempo. E correre di più».

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