Via alle ruspe ma nessuno sa cos’è Expo

«Expo? Expoche? Non so, forse una roba che ha a che fare con il cibo, anzi no, mi sembra più con la politica. O forse è una grande speculazione edilizia...». E qual è la città interessata? «Boh!».
Proprio nel giorno in cui le ruspe entrano nelle aree di Rho-Pero per aprire il cantiere e c’è finalmente la certezza che i padiglioni di 150 Paesi entro la fine del 2014 vedranno la luce, c’è da farsi cadere le braccia di fronte ai risultati di un sondaggio promosso dal Touring Club Italiano sull’appuntamento internazionale che sarà ospitato nel nostro Paese nel 2015. Solo la metà degli intervistati ha sentito parlare dell’Expo e l’altra metà tira a indovinare e non sa neppure dove si svolgerà. Certo, mancano ancora tre anni per la promozione dell’evento e c’è tempo per sensibilizzare gli animi, ma per il momento è nebbia fitta. Cose che sanno bene negli uffici della società che, infatti, ha elaborato quel complesso piano di comunicazione presentato proprio nei giorni scorsi all’International partecipants meeting di Cernobbio. Con lo scopo di coinvolgere tutti i Paesi, ma anche organizzazioni internazionali e aziende private nella promozione dell’esposizione universale.
Per il momento, però, sono i numeri a non lasciar tranquilli. Per esempio gli studenti intervistati sono un vero disastro. Ben il 54,3 per cento non ha mai sentito parlare dell’Expo, mentre il restante 45,7 dichiara di avere informazioni frammentarie e di averne parlato poco o per nulla in aula. Va meglio per i professori. C’è una conoscenza diffusa sull’argomento e molti (78,6 per cento) vorrebbero organizzare viaggi d’istruzione. Il resto della popolazione non è allo stesso livello. Alla banale domanda: dove si terrà l’Expo? Solo il 54 per cento risponde Milano. Il 2 dice solo «in Italia» e il 43 non è in grado di indicarne la sede. E in questa caporetto dell’informazione, quelli che ci hanno azzeccato vivono nel Nord-Ovest, sono laureati e la loro età oscilla tra i 55 e i 64 anni. Ma un conto è conoscere, un altro andare a mettere il naso in un evento. A pochi interessa farsi un viaggio a Milano per curiosare tra gli stand e le iniziative che saranno promosse. Tre italiani su 10 invece non sono assolutamente interessati, mentre due su dieci sono ancora in forse. Escluso i lombardi che ritengono più probabile una partecipazione a Expo (21 per cento), nel resto del Nord c’è molta freddezza. Il 48 per cento di coloro che vivono nel Nord-Est e il 40 degli abitanti del Nord-Ovest, non hanno nessuna intenzione di spostarsi. I più curiosi e interessati abitano nelle regioni più lontane, nel Centro Sud. Ma come spiegare il motivo di questo disinteresse diffuso? «L’informazione sull’Expo è stata legata agli aspetti legali, politici, alle infiltrazioni mafiose. E non si è fatta comunicazione sull’oggetto dell’evento» spiega Franco Iseppi, presidente del Touring Club. A questo si aggiunge la crisi economica che frena qualsiasi tipo di velleità turistiche ancora per niente tangibili. Ma se per attirare la gente il tempo non manca, per lavorare concretamente sull’Expo il tempo stringe.

«Noi - agggiunge Iseppi - distribuiremo ai nostri soci un volume città-campagna, promuoveremo iniziative a livello scolastico e per Milano stiamo facendo un grosso progetto di segnaletica culturale dotato di un codice a barre che potrà essere letto con un cellulare di ultima generazione e accedere così alle banche dati su Internet.

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