Gli alleati sfidano Prodi su statali e tesoretto

da Roma

Sostenitore (a sorpresa) di un’Europa a «due velocità» (mai un ex presidente della Commissione europea ha sostenuto soluzioni di questo tipo, soprattutto dopo aver favorito l’allargamento), oggi Romano Prodi sperimenta la «maggioranza a due velocità». È soprattutto un vertice politico quello previsto per questa sera a Palazzo Chigi con Massimo D’Alema, Francesco Rutelli, Tommaso Padoa-Schioppa ed Enrico Letta. Una vera e propria «verifica» sulla politica economica del governo. A cui mancheranno sia Mastella (il primo ad aver chiesto un tagliando al governo), sia Diliberto e Giordano che, negli ultimi tempi, non si sentono rappresentati da Padoa-Schioppa.
Insomma, con il vertice di oggi Prodi sperimenta la maggioranza «a due velocità». «Discuteremo del quadro generale, non è un vertice sugli statali», commenta il presidente del Consiglio. Saranno vuote, infatti, le cartelline dei ministri presenti all’incontro: chiaro indicatore della cifra politica della riunione. Rutelli e D’Alema vogliono ascoltare dalla viva voce del presidente del Consiglio cosa intende fare; non solo con il “tesoretto”, ma come intende impostare il Dpef e la legge finanziaria del prossimo anno. Da qui, la presenza di Padoa-Schioppa. In altre parole, i due vice premier hanno intenzione di far uscire “allo scoperto” la strategia di Prodi. A lui spetta la “sintesi politica” del governo, come ha scritto nel Dodecalogo. Sintesi che lo costringerà a scelte che potrebbero rappresentare altrettante lacerazioni nella maggioranza.
In primo luogo, sullo sciopero degli statali. Rutelli condivide le posizioni di Guglielmo Epifani ed esclude che lo sciopero del 1° giugno possa essere interpretato come “un ricatto”, come l’aveva definito Prodi: «È uno strumento democratico», osserva il vice premier. «E io - aggiunge il presidente del Consiglio - non ho nessun desiderio di andare allo scontro. Ma abbiamo seri problemi di compatibilità finanziaria».
Eppoi sulle pensioni. Padoa-Schioppa ritiene che, senza interventi, resta lo scalone che manderà tutti gli italiani a riposo a 60 anni (contro i 57 attuali) e 35 anni di contributi. Contro questa soluzione hanno alzato la voce Diliberto e Giordano. Ma questa sera non ci saranno.
D’Alema e Rutelli, poi, vorranno avere informazioni di Alitalia e Rai: altro terreno di scontro con il ministro dell’Economia. E come ultimo punto in agenda, è spuntata anche l’emergenza rifiuti in Campania.

Il “tesoretto” potrebbe essere usato anche per tamponarla. Ma sempre e solo dopo giugno: quando il bilancio di assestamento potrà misurare il reale ammontare dell’extragettito. Cioè, dopo le elezioni di domenica prossima.

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