Allegri ha un nuovo alleato È il clan dei «reaparecidos»

Il Milan ha bisogno di tutti, anche dei desaparecidos. Succede puntualmente, anche ai sontuosi gruppi, dover reclamare il contributo decisivo di sodali iscritti a libro paga ma rimasti spesso fuori dal giro. Alzi la mano chi aveva notizie aggiornate sul conto di Oddo oppure di Jankulovski per non parlare di Bonera e di Yepes, tornati di grande attualità dopo il noto incidente alla spalla toccato a Nesta. I primi due, insieme con Kaladze, erano finiti nell’elenco degli indesiderati, a Milanello: il ceco e il georgiano avevano debuttato a Varese in amichevole consumando tutto il credito residuo, proprio come un telefonino caricato con tessera da 10 euro. Oddo rifiutò in estate con ostinazione un paio di trasferimenti considerati di basso profilo riuscendo a ricucire i rapporti col club grazie alla generosa disponibilità a dimezzarsi lo stipendio. «Voglio dimostrare di poter essere ancora utile alla squadra» fu la sua scommessa. Galliani la raccolse al volo e provvide subito a girare la proposta agli altri due: Kaladze alla fine prese la via di Genova, Jankulovski non ebbe mai un cedimento. «Il Milan rispetti il contratto» tuonò minaccioso.
Di Oddo si ebbero le prime notizie nella notte di Napoli, grazie all’incidente di Antonini (frontale con Maggio): due cross scodellati come si deve, due gol, il primo di Robinho, il secondo di Ibrahimovic. Fermato da un insulto muscolare, Oddo rimise piede nel Milan, addirittura con la fascia da capitano, a Genova in coppa Italia, giovedì scorso, contro la Samp e fu un’altra prova convincente. Perciò, forse, quando seppe del ko di Abate, pensò di meritarsi la conferma: torvo in panchina, entrò dopo l’espulsione di Van Bommel e non fece mancare il suo sostegno a una difesa di ferro, riunita come una ciurma, intorno al leader carismatico, Mario Yepes, capelli nero corvino, tenuti raccolti sulla nuca da una molletta.
Così Jankulovski, sembrava perso per la causa rossonera, finito in tribuna e invece tornato d’attualità, prima a Genova, poi anche a Catania, a dimostrazione che è nell’ora del bisogno che si misurano il temperamento oltre che il talento di un gruppo. «Abbiamo bisogno di tutti» è l’appello ripetuto da Allegri al ritorno dalla Sicilia consapevole che la squalifica di Van Bommel e l’infortunio toccato ad Ambrosini, lo costringeranno a vivere un’altra notte nell’emergenza del centrocampo. Solo Flamini è da considerare recuperato, Gattuso e Seedorf possono iscriversi alla lista dei disponibili per Genova.
«Dobbiamo stringere i denti ancora per qualche giorno» è l’ultimo report in arrivo da Milanello dove i conti cominciano a tornare in classifica. Per la prima volta il Milan di Allegri può sorpassare il Milan di Leonardo di un anno prima (più 3 la differenza) e avvicinarsi alla cadenze serrate dell’Inter di Mourinho, meno due appena. A questo punto le scelte sono scontate: centrocampo inedito composto dal solito Thiago, trasferito in regia, e l’aggiunta di Flamini ed Emanuelson, sui lati mentre in attacco è da considerare obbligato il ritorno di Pato in coppia con Ibra e Cassano, spedito in panchina a riposare a recuperare maggiore brillantezza fisica. È vero, nel tabellino di Catania, brillano le imprese balistiche di Robinho e di Ibra, ma il contributo degli ex desaparecidos può diventare fondamentale.

Specie se all’elenco, per esempio, vanno iscritti anche Bonera, finito nel mirino di critica e tifosi dopo il 4 a 4 contro l’Udinese, e ricaricato nel morale oltre che nel fisico dalle successive prove. Per non dimenticare appunto Yepes. Per il suo arrivo, a costo zero, Galliani e Braida, incassarono qualche stoccata a bocce ferme. Chissà in quale cassetto è finita l’ironia di quei giorni.

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