da Milano
Il 9 aprile 1991 un ragazzino mingherlino, capelluto e con gli occhiali sbarca a Napoli per il suo primo concerto. La locandina del teatro annuncia: «Serata jazz. Giovanni Allevi. Pianoforte». Lui esegue compunto Bach, Chopin, persino una sua composizione davanti a 5 persone; poi se ne va afflitto, ancora in smoking, a dormire in stazione tra prostitute e senzatetto... 15 anni dopo lex carneade passa col suo tour dallAuditorium Scarlatti di Napoli e son scene da delirio. Biglietti esauriti, balconata superiore chiusa da anni e riaperta per loccasione, un trionfo e, alla fine, tra le mani che si tendono e applaudono, una signora gli stringe la mano dicendo: «Maestro, voi siete sempre così bravo. Solo che laltra volta eravamo solo in cinque a sentirvi!». In questi 15 anni Allevi ha battuto parecchi record; sè fatto conoscere in America, in Cina, i suoi dischi hanno scalato le classifiche, la gente fa a botte per vederlo, i suoi brani sono diventati spot per note automobili (ma lui gira sempre e solo in autobus). Nel suo palmares mancava solo il libro, e allora ecco puntuale La musica in testa, la sua stralunata autobiografia pubblicata da Rizzoli, già arrivata alla sesta ristampa e in testa alle classifiche della letteratura «varia».
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