Alloggi popolari fra parchi e hammam

Quattro i quartieri interessati ai lavori. E altrettanti sono già in lista d’attesa

Luca Moriconi

Più di cinquecento alloggi per quattro nuovi quartieri che si estenderanno su 100mila metri quadrati nelle zone di via Gallarate, via Civitavecchia, via Ovada e via Senigallia. Sono i numeri della Milano che cresce. E non solo col cemento: ci sarà ancora più verde, nuovi servizi per creare la città del futuro vivibile da tutti, con tanto di mercati di zona e hammam.
Ieri a palazzo Marino, sono state aperte le buste con i nomi dei vincitori del concorso di «Progettazione Abitare Milano - nuovi spazi urbani per gli insediamenti di edilizia sociale». Lorenzo Consalez, Massimo Basile, Raffaello Cecchi e Remo Dorigati si sono imposti tra 200 candidati: sui loro progetti l’Aler di Milano realizzerà i circa 550 nuovi alloggi di edilizia sociale già finanziati. L'apertura dei cantieri è prevista per gennaio 2006 (mentre per il futuro sono già previste altre quattro zone sociali). Il costo dei progetti approvati è di circa 70 milioni: 22 già stanziati dalla Regione, mentre il restante importo è già inserito nel bilancio comunale.
È stato il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, a premiare i vincitori, insieme all’assessore allo Sviluppo del territorio Gianni Verga e al presidente Aler Milano Luciano Niero. All’azienda milanese poi spetterà anche la gestione degli alloggi per conto del Comune: «Stiamo cambiando volto ai quartieri popolari e alla città - dice Niero -, e questo grazie alla collaborazione con Comune e Regione. Con la presentazione dei progetti parte una nuova stagione del vivere e dell’abitare nell’area metropolitana: i cittadini chiedono qualità abitativa, queste sono risposte di grande interesse per tutti». Il progetto vincitore «Via Civitavecchia» di Lorenzo Consales, si articola in una sequenza di spazi aperti che da Crescenzago e viale Palmanova porta al parco Lambro, disponendo sul percorso una varietà di edifici. Un palazzo alto su via Civitavecchia funge da «porta aperta» verso il nuovo corridoio verde. Il progetto di Massimo Basile per «Via Gallarate», risolve il rapporto tra l'interno del quartiere e la strada di scorrimento a Nord, con un percorso verde ritmato dai servizi al quartiere al piede degli edifici. I quattro blocchi edilizi combinano volumi di diversa altezza. La progettazione per «Via Ovada», realizzata da Raffaello Cecchi, disegna la transizione tra fronte urbano e verde attraverso due edifici complementari per tipologia e caratteri architettonici.

Ancora un edificio alto su via Ovada rompe il carattere monolitico dei palazzi preesistenti per mezzo di una serie di spazi aperti che lo attraversano. Lo schema urbano proposto dal gruppo di Remo Dorigati, articola i diversi corpi edilizi intorno a uno spazio centrale che riprende in forma contemporanea le tracce degli insediamenti rurali esistenti nell'area.

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