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Allora era vero: il re dei 100 farfalla è Phelps

RomaInutile nasconderlo, era una delle sfide più attese in vasca. Phelps contro Cavic nei 100 farfalla, il replay di Pechino dove quel fotofinish pieno di interrogativi postumi aveva premiato il cannibale di Baltimora, alla caccia del primato di Mark Spitz. Ha vinto di nuovo l’americano, stavolta senza discussioni. Come nella gara dei Giochi cinesi, meglio Cavic nel primo 50 e partenza al rallentatore per Phelps. Che ha poi sfoderato una seconda vasca monstre, abbattendo il muro storico dei 50’’ e riprendendosi il record del mondo strappatogli dal rivale serbo 24 ore prima. E quel decimo abbondante di differenza al tocco della piastra non lascia spazio a recriminazioni.
Il re incontrastato della farfalla resta Michelone, che concede il bis dopo aver disintegrato, sempre a suon di primato, il polacco Korzeniowski nella distanza doppia. Ripetendo così Melbourne 2007. Eppure l’immediata vigilia della gara non era stata tranquilla. «Nel riscaldamento mi sono scontrato con una collega americana e mi sono fatto male alla spalla – rivela il Cannibale, al quarto oro nel Mondiale di Roma -. Ho dovuto ripetere il warm up, rischiavo di non gareggiare...». Superato l’inconveniente, ha tirato fuori la solita classe. «Alcuni amici mi avevano scritto per dirmi che questa gara era mia e che dovevo prendermela, sapevo che se fossi uscito dalla virata a 23’’4 avrei avuto una possibilità, Cavic parte sempre veloce. Ero emozionantissimo dopo la gara, è stata la più bella ed eccitante della mia carriera».
Gara tiratissima, specie negli ultimi metri dove l’allungo di Michelone, che rifila otto decimi all’avversario nei secondi 50, è ancora decisivo. Cavic gli gira attorno in vasca senza salutarlo, poi gli stringerà la mano sul podio, dove il Cannibale è stato premiato da Novella Calligaris e dove i sorrisi di Phelps fanno da contraltare alle lacrime di mamma Debbie: entrambi hanno la mano sul cuore, intenso l’abbraccio quando Michael sale faticosamente in tribuna tra flash di fotografi e fan assatanati. Il serbo, che si allena negli States ma anche in Italia con un allenatore romano (Andrea Di Ninno, ndr) prova ad accettare la sconfitta senza polemizzare. Sorprende il pubblico del Foro Italico con un’immagine della Lupa giallorossa (Di Ninno è tifoso romanista). «Un’atmosfera fantastica per una gara eccezionale – racconta Cavic -. Alla virata dei 50 metri mi sono sorpreso che Michael fosse così lontano, ma sapevo che lui ha una buona chiusura, queste sono cose che può fare Phelps». E respinge l’assalto dei cronisti Usa che vorrebbero mettere zizzania tra i due. «Nessuna rivalità, dico solo che Michael è il migliore».
E ieri è stato un altro pomeriggio di gloria per il brasiliano Cielo Filho, ormai il re del crawl: trionfo nei 50 dopo quello nei 100, stavolta senza primato del mondo. Ancora due francesi dietro di lui, ancora emozione sul podio mentre il pubblico romano scandisce con applausi i tempi dell’inno brasiliano.

Anche lui è uno degli eroi di Roma 2009.

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