Stile

Ma allora è vero che gli anni '90 non finiscono mai

di Federica Dato

Novanta. Loro iniziavano e scoppiavano la Guerra del Golfo e in Jugoslavia quella civile. Gorbaëv scampa al colpo di stato e l'Urss si dissolve. Vengono uccisi Falcone e Borsellino, esplode Mani pulite. Sono gli anni di Bill Clinton (e dello scandalo Lewinsky), dell'accordo storico fra Yasser Arafat e Yitzhak Rabin. Dell'ottimismo di Silvio Berlusconi che nel '94 scende in campo con Forza Italia e cambia la storia politica italiana. Del debutto degli Oasis e dell'avvento della PlayStation. Hong Kong smette di essere inglese. Papa Giovanni va a Cuba, Prodi arriva alla Commissione europea, entra in vigore l'Euro. Debutta la Playstation 2. Siamo nella Seconda Repubblica. Al cinema c'erano Eyes Wide Shut, Philadelphia, Forrest Gump, Le Iene. Abbiamo perso Freddie Mercury e Lucio Battisti e De André. Stravolgono il piccolo schermo e i costumi Friends, Beverly Hills 90210, I Simpson e nascono le top model in quanto star planetarie: da Naomi Campbell in giù la moda è show. Ed è qui che vi volevo. Voi pensavate fosse finita, a tratti gaudenti a tratti depressi per l'addio della vita alta, dei colori esagerati, degli occhiali da sole spropositati. Del body condito da cinturone e dei pantaloncini da ciclista anche per andare al bar. E pensavate male, perché loro tornano, con qualche spruzzo di Ottanta, i grandi classici degli anni 90 condiranno le nostre strade, per la precisione con le collezioni primavera-estate. Ed eccoli i must have: le frange, su cui puntano molto Givenchy e Missoni. In alternativa alle piume, altro intramontabile che quando meno te lo aspetti ricomincia a solleticarti il polpaccio. La borsa double, come insegna Chanel: la compri, et voilà dentro trovi la sua gemella, in miniatura. Paghi (cara) una, porti a casa due. Marc Jacobs e Balenciaga rilanciano le spalline esagerate, e questo per alcuni sarà un colpo difficile da digerire. Imbottite e larghe, sconfinano nella decade precedente. Dior e Ferragamo hanno rispolverato l'«abito rete», ovvero le trasparenze ispirate alle reti dei pescatori. Che a saperlo prima l'estate scorsa in spiaggia una s'attrezzava a costo zero. Fingendo che Cavalli l'abbia mai abbandonato, anche Saint Laurent reinventa l'animalier. Zebrato e maculato per tutte. Con un consiglio affettuoso: prima dell'acquisto è d'obbligo verificare se la fantasia è compatibile col fisico che dovrebbe sfoggiarla. E ancora le felpe, rigorosamente lunghe, e loro, gli irrinunciabili jeans acid-wash (lavati in modo da essere «scoloriti»). Insomma rieccoli, senza che se ne sentisse grande nostalgia. In fondo, in passerella come nella vita, è tutto un grande ritorno. Cerchietto e 90210 stile sia! Il resto però, da Tangentopoli a Non è la Rai al Mortadella, lasciamoli lì, tra i ricordi.

Che è un bene per tutti.

Commenti