Alluminio, Mosca scalza Washington

da Milano

Mosca scalza il predominio dall’americana Alcoa e dà vita al nuovo numero uno dell’alluminio a livello mondiale. Il nuovo gigante nascerà dalla fusione delle russe Rusal e Sual che hanno deciso di incorporare anche le attività della svizzera Glencore (un fornitore di materie prime a livello internazionale). Con 30 miliardi di dollari di capitalizzazione l’aggregato sarà infatti in grado di produrre, già dal primo anno, 4 milioni di tonnellate di alluminio rispetto alle 3,5 milioni di tonnelate di Alcoa.
La fusione seppur transfrontaliera si tradurrà in un gruppo ad assoluta predominanza russa: un nuovo campione nazionale che, con la benedizione del presidente russo Vladimir Putin, si affiancherà a giganti del calibro di Gazprom e Severstal.
La United Company Rusal (questo il nome con cui è stata battezzata la neonata società) sarà infatti partecipata per il 66% da Rusal, per il 22% da Sual e per il restante 12% da Glencore. Il principale azionista sarà il proprietario e presidente del consiglio di amministrazione di Rusal, Oleg Deripaska, magnate di 38 anni, già al sesto posto tra gli uomini più ricchi della Russia, con una fortuna stimata in 14 miliardi di dollari.
Il secondo protagonista della fusione è Viktor Vekselberg, proprietario e numero uno di Sual, che il 13 settembre scorso, presentando il progetto in tv, ottenne l’incoraggiamento di Putin alla fase ancora preliminare dell’operazione. Quello di oggi, ha sottolineato Vekselberg, «è un evento storico». La nuova società, ha continuato, sarà in grado di produrre 4 milioni di tonnellate di alluminio all’anno scalzando gruppi del calibro di Alcoa e della canadese Alcan (numero due al mondo).
La United Company impiegherà 110mila persone in 17 Paesi diversi sparsi sui 5 continenti. L’attività ufficiale partirà dal primo aprile, ed entro 18 mesi una quota della società, presumibilmente intorno al 20%, farà il suo ingresso in Borsa, probabilmente sul mercato londinese.


La quotazione, ha spiegato Vekselberg, avrà lo scopo di «raccogliere risorse per realizzare nuove operazioni di fusione e acquisizione». Gli interessi del gruppo potrebbero infatti non fermarsi all’alluminio e toccare altri metalli come ad esempio il nickel, per la cui produzione la Russia è prima al mondo.

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