Almodóvar per sbancare Cannes si gioca la Cruz in doppia coppia

Almodóvar per sbancare Cannes si gioca la Cruz in doppia coppia

CannesDi nuovo in concorso Pedro Almodóvar, che al Festival ha avuto quasi ogni ruolo possibile: giurato, più volte premiato, mai però con la Palma d’oro. Ieri è tornato con Los abrazos rotos, che racconta l’amore impossibile fra un regista-sceneggiatore (Lluìs Homar) e un’attrice esordiente (Penelope Cruz), già amante di un uomo maturo, ricchissimo e morbosamente possessivo. José Luis Gómez e Blanca Portillo completano il quartetto amoroso, cui s’aggiungono Tamar Novas, giovane premio Goya nel 2004 per Il mare dentro, Chus Lampreave e Rossy de Palma, attori-feticcio di Almodóvar.
Questo diciassettesimo film è il suo più caro (dodici milioni di euro) ed è anche un omaggio al cinema, oltre che un percorso nella sua filmografia. «M’accorgo di fare per la prima volta una dichiarazione d’amore al cinema. E non in una sequenza, ma in tutto il film. Alle sue componenti materiali, alle figure che si agitano sotto o intorno ai riflettori, attori, montatori, narratori, sceneggiatori, per dare vita a intrighi ed emozioni. Ai film come sono fatti, nel momento in cui sono fatti. Un mestiere che dà da vivere non è solo una professione, ma è anche una passione irrazionale».
Infatti, in una scena tenerissima, gli amanti di Los abrazos rotos guardano insieme Viaggio in Italia di Rossellini, dove George Sanders e Ingrid Bergman assistono alla scoperta - in uno scavo pompeiano - dei profili di lava di due amanti stretti l’uno all’altro. Abbraccio eterno che fa da contrappunto ai personaggi di Almodóvar, il cui amore sarà spezzato. E il film nel film, intitolato Chicas y maletas («Ragazze e valigie»), s’ispira a Donne sull’orlo di una crisi di nervi, ma il personaggio di Pina mescola Audrey Hepburn di Colazione da Tiffany e Sabrina, Giuletta Masina ne La strada e Shirley Mac Laine in Qualcuno verrà.
Per Almodóvar «queste donne coabitano in Penelope, ma ci sono anche i loro contrari, le dark lady del noir americano e le eroine del neorealismo italiano, cui mi sono sempre ispirato». Con Los abrazos rotos, nonostante il personaggio di Lena, Almodóvar sembra però abbandonare il registro da «film per donne», come Volver e Tutto su mia madre, e tornare alla passione d’amore ispiratrice de La legge del desiderio, Matador o anche Tacchi a spillo. «Per una volta i ruoli femminili non sono schiaccianti. È la storia di due coppie, il che equilibra un po’ il rapporto. Sono stato a lungo intimidito dai personaggi maschili, ma lo sono sempre meno. Ci saranno più uomini nei miei prossimi film», ha annunciato. E non sempre ha avuto la timidezza che aveva rivendicato, suscitando il sorriso stupito di Penelope Cruz nella conferenza stampa. Interrogato su come dirige gli attori, è diventato provocatorio: «Fra gli attori e me c’è un accordo tacito. Lasciano che io li frughi nel profondo, talora perfino nelle parti intime. Sono generosissimi». E specifica: «Nel mio quinto film, che non citerò (Matador, ndr), feci anche un cunnilingus all’attrice, perché fosse chiaro all’attore come lo volevo».
Abile provocatore, il regista sa trovare «la» frase-scandalo.

Se con Penelope Cruz forma il duetto più atteso del concorso, resta da chiedersi se Los Abrazos rotos, esteticamente molto bello, ma più freddo e classico dei precedenti, avrà la Palma d’oro. Interrogato sull’argomento, il regista aggirato la domanda con umorismo: «Partirò venerdì da Cannes perché non sembri che miro alla Palma d’oro... ma domenica sono pronto a tornare!».

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