nostro inviato a Montecarlo
Il campione sono io. Se in Ferrari è un guard rail a far le gerarchie del team, in McLaren ci pensa il diretto interessato: Fernando Alonso. E lo fa nel migliore dei modi: lasciando che il galletto talentuoso e assolutamente prima guida nel cuore del team inglese, Lewis Hamilton, governi la classifica per tutta la sessione finale, per poi privarlo di giusta gloria proprio sul più bello, quando mancano dieci secondi al termine delle qualifiche. «Prima pole dellanno per la McLaren, sono felice di avergliela data, sono felice in chiave mondiale, penso che potremo fare una grande gara anche se a Montecarlo tutto può accadere
» esulta e al tempo stesso mette le mani avanti Alonso. Al suo fianco, Lewis, per una volta, sorride meno. Ha patito la lezione. E non a caso, sottolinea: «Mi dispiace aver gettato lultimo giro buono, era ottimo, migliore del precedente che mi aveva dato la pole temporanea: a un certo punto ero tre decimi più veloce, ma ho trovato Webber lento che mi ha bloccato
altrimenti».
Fernando ascolta il ragazzo e quindi puntualizza: «Anche io, se non fossi stato rallentato da Rosberg nel giro pole, avrei fatto un tempo persino migliore
però Montecarlo è questa: non trovi mai pista libera». Gli chiedono: in questo mondiale, chi transita in testa alla prima curva vince la gara. Vi siete parlati ora che siete entrambi davanti? «Di certo il team ci dirà qualcosa, ma siamo compagni, dobbiamo finire primo e secondo» la butta sul diplomatico Fernando.
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