nostro inviato a Magny Cours
Ci voleva la lezione al via impartita da Kimi Raikkonen per far tracimare il vero Lewis Hamilton. Troppo a lungo il ragazzo ha indossato i panni del giovane perfetto, senza difetti agonistici e umani. Ieri, come per magìa, le parole di Nico Rosberg, suo compagno di stanza ai tempi della gp2 («Credetemi, Lewis fa a gara anche a chi finisce prima la pizza e come sincacchia se perde...»), hanno finalmente trovato conferma.
«Sono terzo, sono ancora sul podio si lascia andare il leader del mondiale ma non sopporto di essere sorpassato. Non so se ho sbagliato io o è successo qualcosa... chiederò al team. Comunque, resta il fatto che non è stata una delle mie partenze più belle, diciamo che è stata un po povera...».
Il ragazzo prodigio mastica amaro mentre il suo compagno Alonso sta peggio, visto che la corsa dello spagnolo si è rivelata un tormento: Fernando aveva lanimo in subbuglio per la morte di un amico, sabato sera, in un incidente delicottero a quaranta chilometri dal circuito. Nonostante tutto, a fine gara troverà il tempo per dire: «Sono arrivato con dieci punti di distacco da Lewis e vado via con 14. E comunque va bene che Hamilton, il mio vero rivale, non abbia vinto».
Perché ormai anche in McLaren i giochi si fanno sempre più chiari: il distacco fra i due compagni inizia ad essere consistente. Hamilton lo sa e ragiona da capo squadra: «Al via Raikkonen volava, Massa teneva un passo notevole, per cui, ad un certo momento, ho pensato soprattutto ai punti del mondiale. Io voglio vincere la prossima gara, il mio Gp di casa, per cui dobbiamo lavorare per migliorare».
Quindi i 29 secondi di distacco patiti dalla Rossa: «Centrano anche il traffico, le strategie, ma certamente loro sono cresciuti... però tenete presente che quando mi sono accorto di essere a venti secondi ho pensato che non ci fosse più bisogno di tirare il collo al mio motore. Quello che la Ferrari ci ha preso qui, penso potremo riprendercelo domenica prossima... basta solo riuscire a fare un altro passo in avanti nello sviluppo».
Quindi, quasi fosse una vera ossessione: «Questanno è la prima volta che subisco un sorpasso...
Gli basta essere sempre sul podio.
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