Alonso si beve una Red Bull, non la seconda

Un gran premio dalle molte verità. La prima: le Red Bull non sono veloci, le Red Bull sono di un altro pianeta. E non è solo questione di ali mobili. La seconda: la Ferrari diligente sta seguendo punto per punto il piano stilato dal team principal Domenicali e dal presidente Montezemolo alla vigilia del Gran premio d’Inghilterra, tre corse orsono. Recuperare, recuperare, recuperare. E infatti, intascato lo splendido secondo posto di Alonso dietro al canguro marziano Webber e davanti al tedesco pasticcione Vettel, capitan Domenicali dirà: «Sono soddisfatto perché siamo riusciti ad accorciare la classifica (Alonso è 5° a 20 punti da Webber ora in vetta a 161 punti, ndr), siamo riusciti a portare a casa un secondo e un quarto posto… Se le McLaren sono scomparse? Se ormai è una lotta fra noi e le Red Bull? Calmi, i conti solo alla fine». Un campionato schizofrenico però, dove da una gara all’altra può capitare che le Red Bull siano state raggiunte (come in Germania) o che si involino (come in Ungheria sette giorni dopo). Ma con due costanti: le truppe maranelliane sono definitivamente tornate e occupano stabilmente l’altra sedia del ring mondiale; e le McLaren sono in evidente difficoltà tecnica, non riuscendo a trovare il bandolo alla voce scarichi bassi (ieri, col ritiro di Hamilton, cambio rotto, hanno perso la leadership in entrambi i campionati). Ironia delle corse, la pausa estiva e la chiusura delle factory giocano a favore delle Rosse. Perché nel momento in cui, per regolamento, il mondiale va in vacanza, fa comodo sapere di essere lì lì vicini alla vetta e fa piacere constatare che chi insegue non avrà il tempo di metterci una pezza.


Ferrari, ieri, comunque fortunata, visto che Vettel si è auto escluso pasticciando alla ripartenza della safety car. «Un dono» dirà il vincitore Webber, «un dono» ripeterà Alonso, aggiungendo, «però un dono meritato visto che siamo parecchio in credito...».

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