Cronaca locale

«Altamente improbabili altre azioni omicide»

L’allerta è massima, il rischio basso. Lo assicura il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, di ritorno dal vertice romano col ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha già fissato una visita a Milano per lunedì prossimo.
Signor prefetto, il ministro ha parlato di un fatto grave e di «preoccupazione moderata»...
«Ovviamente quello della Santa Barbara è un fatto che ci induce ad essere attenti. Ma indubbiamente appare come un fatto isolato, che non fa pensare a un’organizzazione, ma si iscrive in un quadro di grande disagio».
Disagio personale dell’attentatore?
«Il fatto di trovarsi in una condizione di disagio estremo, indigenza, senza lavoro, può essere una molla che porta a guardare alla realtà da una prospettiva che, covata intimamente, porta a una reazione. Ma questo confermerebbe il carattere eccezionale dell’episodio».
È stato scoperto un quantitativo di esplosivo che fa impressione...
«Si tratta di materiali e sostanze che, manipolate e utilizzate in un certo modo e in certe condizioni, possono diventare esplosivo».
Ma ora i cittadini si chiedono dove sarebbero stati utilizzati quei materiali esplosivi. Cosa si deve pensare di questo rischio?
«È altamente improbabile che si possano ripetere fatti come quello di lunedì. Si deve sapere che le forze di polizia e dell’ordine svolgono dei servizi di osservazione e vigilanza costanti. Sono attenti e bravi».
I cittadini manifestano comprensibilmente grande preoccupazione per questi focolai che emergono periodicamente.
«I milanesi devono stare tranquilli. In 24 ore i responsabili di questo episodio sono stati trovati e assicurati alla giustizia. Noi riteniamo che si tratti di un fatto isolato. Certo la sua irritualità lo rende ancora più imprevedibile, ma ogni giorno ci sono persone che vigilano e osservano, anche senza la divisa ma ci sono».
Qual è il livello di allerta?
«Siamo a 72 ore fa. Da questo punto di vista non è cambiato nulla. Non si deve pensare che fatti del genere accadano tutti i giorni. È un fatto che ci deve far stare attenti, questo sì».
Ma ci sono stati dei segnali di innalzamento della tensione?
«Ci sono stati gli attentati in Afghanistan, c’è stata la fine del Ramadan accompagnata all’estero da azioni di terrorismo. Tensioni che un pazzo può utilizzare».
Il centro di viale Jenner è tornato di nuovo al centro delle polemiche: il kamikaze era un frequentatore dell’istituto islamico. Questo cambia qualcosa a Milano?
«In realtà non risulta che ci fosse una frequentazione di un centro prima. Probabilmente ha iniziato a pregare regolarmente dopo le disavventure personali.

Non mi pare che si possa parlare di un nesso di causalità fra le due cose».

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