Con Altaroma il «made in Italy» conquista Mosca

Anna Maria Greco

Cento abiti, sette grandi griffe, due stilisti emergenti, un solo messaggio: made in Italy. Mosca diventa scenario della moda italiana, affascinante biglietto da visita per tanti imprenditori italiani. Un accordo tra Regione Lazio con AltaRoma e ministero per le Attività produttive, con l’Ice ha portato nei giorni scorsi sulle passerelle moscovite in anteprima molti modelli di alta moda e prêt-à-couture che saranno presentati nei prossimi giorni a Milano e poi a Parigi. E questo tra proiezioni di immagini di Roma commentate da un narratore russo, esibizioni di trapezisti, un coro di tenori e le coreografie di una ballerina classica. A guidare la delegazione degli stilisti-imprenditori è stato il marchio di Laura Biagiotti, che ha ricevuto un premio per avere aperto la strada del made in Italy nella capitale russa, con una memorabile sfilata al Cremlino nel ’95. A ricevere il riconoscimento destinato alla madre è stata Lavinia Biagiotti, vicepresidente del gruppo per il quale il mercato russo rappresenta il 15 per cento. Le altre firme sono quelle di Fausto Sarli, Renato Balestra, Gattinoni, Gai Mattiolo, Lorenzo Riva, Rocco Barocco. E i due giovani stilisti sono Gianni Calignano e Michele Miglionico. «Mosca è solo il punto di partenza - ha già annunciato l’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco De Angelis -: stiamo già ragionando su Paesi come Cina e Dubai, sul Medio Oriente». Un progetto che piace molto anche al presidente di AltaRoma, Stefano Dominella, impegnato anche nella realizzazione di una scuola internazionale di designer di moda, di cui ha parlato con il presidente della Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, che ha incontrato gli stilisti alla fine delle sfilate romane. Oltre all’evento-vetrina di mercoledì sera il programma si è articolato in incontri istituzionali con la regione e la città moscovita, con l’Università Lomonosov e settori imprenditoriali, per siglare intese e sondare le prospettive di ulteriore collaborazione, anche con accordi per lo scambio di know-how e cooperazione, nei settori della ricerca e lo sviluppo.

Il problema da affrontare è sempre quello della contraffazione, perché anche in Russia il made in Italy piace molto e viene copiato di più. «Ma l’alta moda non si può contraffare - spiega Dominella -, perché si possono copiare solo i prodotti senz'anima». L’obiettivo è dunque puntare sulla qualità, sulle «eccellenze produttive».

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