Gianni Clerici
Il simposio internazionale sullaterosclerosi (ISA 2006), svoltosi recentemente a Roma, ha confermato che lassociazione di ezetimibe-simvastatina è oggi la soluzione più efficace nel trattamento dellipercolesterolemia: agisce infatti sia sulla sintesi del colesterolo a livello del fegato sia sul suo assorbimento a livello intestinale. Sono stati presentati due studi in proposito. Il primo, condotto su 3mila pazienti ad alto rischio cardiovascolare (cardiopatici, diabetici ed altri) prevedeva il trattamento per sei settimane con ezetimibe-simvastatina o con rosuvastatina. La prima terapia è risultata sempre superiore alla seconda con un vantaggio compreso tra il 4 e l8%. il professor Alberico Catapano, cattedratico a Milano e coautore dello studio, ha commentato: «Anche raddoppiando la dose, la maggior parte dei pazienti che usano una sola statina non ottiene una sufficiente riduzione del colesterolo cattivo, che è possibile solo con una terapia di associazione, attiva sia sul fegato sia sullintestino.
Il secondo studio condotto su 1200 pazienti, ha confrontato per sei settimane ezetimibe-simvastatina con atorvastatina. Conclusione: la prima terapia riduce il colesterolo cattivo più di quanto possa fare la sola statina, meno 53 anziché meno 38%. Il professor Enzo Manzato, cattedratico a Padova e relatore al simposio di Roma ha così concluso il suo intervento: «Lintroduzione di ezetimibe nella famiglia dei farmaci contro leccesso di colesterolo nel sangue rappresenta una grande conquista. Il nuovo principio attivo, infatti, provoca una notevole riduzione del colesterolo cattivo, che risulta ulteriormente potenziata dallassociazione farmacologica con simvastatina.
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