Teodora Poeta
da Chieti
«Le abbiamo solo detto di venire a fare un giro con noi. E lei ci ha seguiti spontaneamente, ma non abbiamo mai commesso alcuna violenza sessuale». Si difendono in questo modo i quattro minorenni di Lanciano, tre di 15 anni e uno di 16, arrestati, sabato, con l’accusa di violenza sessuale di gruppo su una ragazza di 14 anni e sequestro di persona. Ieri il primo interrogatorio davanti al gip Vincenzo Venezia.
Nel frattempo, sempre a Lanciano, polizia e carabinieri indagano su un nuovo caso di violenza, questa volta su una 15enne, avvenuto in un sottopasso stradale, giovedì scorso, vicino alla discoteca dove si stava svolgendo l’annuale festa liceale. A trascinare con forza fuori dal locale la quindicenne, anche in questo caso, sarebbe stato un «branco» di ragazzi. La paura, adesso, è che Lanciano si scopra una città omertosa, dove tra i giovani domina il bullismo, ma anche il silenzio dettato dalla paura.
I due episodi abruzzesi si accostano al nuovo episodio di Bologna, con il fermo di un immigrato. «Mamma, sono sbucati dal buio e mi hanno tappato la bocca». Con questa confessione, fatta alla madre dalla giovane disabile, rimasta incinta, dopo due mesi dall’episodio, è scattata l’indagine dei carabinieri che ha portato al fermo di un romeno clandestino di 17 anni, il quale avrebbe agito insieme ad altri tre concittadini, probabilmente maggiorenni. La violenza risale ai primi di maggio ed è avvenuta sul Lungoreno, la zona alla periferia ovest di Bologna dove, fino agli sgomberi di alcune settimane fa, erano accampate centinaia di romeni. Il 17enne è ora rinchiuso nell’istituto penale minorile del capoluogo. L’arresto è stato possibile proprio grazie alla collaborazione della vittima, che si è fatta trovare a un appuntamento con il romeno insieme agli agenti.
Quest’ultimo arresto arriva in un momento particolare per Bologna, segnata, poche settimane fa, dallo stupro, compiuto da un 17enne marocchino ancora irreperibile, su una studentessa trentenne di origini friulane, che era appena scesa dall’autobus in zona Corticella. Venerdì scorso, invece, un uomo di 47 anni è stato bloccato all’interno della biblioteca Sala Borsa, in pieno centro, con l’accusa di violenza sessuale e posto in custodia cautelare in carcere per il pericolo di reiterazione del reato. L’uomo, a quanto pare, avrebbe tentato di approfittare di una ragazza anche in questo caso con problemi psichici.
Il quadro delle violenze, però, si allarga. Ad Arezzo è stato arrestato con l’accusa di rapina, violenza sessuale, usurpazione di titolo e truffa un albanese di 27 anni, che si spacciava per un ispettore di polizia e, in questo modo, derubava e violentava le prostitute, tutte di origini straniere e clandestine. Complice una connazionale di 28 anni, residente a Castelfranco.
Secondo gli inquirenti l’uomo, che operava anche a Prato, Calenzano e Signa, si presentava alle prostitute mostrando distintivo, pistola e cappello, ovviamente falsi. Le faceva salire in auto.
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