Altra stangata per le famiglie: in 5 anni tariffe in volo del 15%

Dalle poste ai pedaggi autostradali, dai trasporti alla Rc auto: è boom di rincari per le tariffe. Spinta dalla ripresa dell’economia e dall’aumento dei prezzi di petrolio e materie prime, l’inflazione ricomincia a salire ma resta sotto controllo, mentre le tariffe pubbliche schizzano del 3,9% anno su anno. E l’aumento registrato nel 2009 porta l’incremento complessivo delle tariffe pubbliche negli ultimi cinque anni al 15%, cinque punti percentuali in eccesso rispetto al tasso ufficiale di inflazione. È questo il quadro tratteggiato dall’Osservatorio «Prezzi e Mercati» di Indis, Istituto dell’Unioncamere specializzato nella distribuzione.
I rincari sono abbastanza diffusi ma riguardano in particolare i prezzi dei servizi amministrati localmente, che in media segnano un aumento cumulato di oltre il 20%. Tra questi si segnalano i rincari del 30% per i rifiuti solidi urbani e l’acqua potabile. A livello nazionale, le tariffe postali sono rincarate di circa il 13%, i pedaggi autostradali di circa il 15%, i biglietti ferroviari del 26% e i trasporti marittimi di oltre il 38%. Il prezzo dei servizi finanziari (+89,9%), comparto nel quale rientrano anche quelli bancari, viaggia a un ritmo doppio rispetto a Eurolandia, dove l’aumento è del 43%.
Ancora più pesante la stangata della Rc auto: dal 1996 al 2009 i prezzi delle assicurazioni in Italia sono aumentati del 131,3%, contro il +35,3% della zona euro. Lo certifica il Dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia che in uno studio relativo al dicembre 2009 confronta i cinque maggiori Paesi europei.

L’unica voce in calo dal ’96, secondo lo studio, è quella delle Tlc (-31,1%) mentre a sorpresa gli aumenti dei carburanti sono al di sotto della media Ue: i prezzi di benzine e lubrificanti in Italia, nel periodo in esame, sono aumentati del 36,1% contro il 54,9% dell’area euro (ma nel Regno Unito il rincaro è stato addirittura del 98,4%). E i consumatori ripartono all’attacco: per il Codacons i dati dimostrano come «l’Italia sia la maglia nera d’Europa», mentre Adusbef e Federconsumatori chiedono un intervento del governo.

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