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Chi è Alessandra De Stefano (ex direttrice di Rai Sport) e chi la sostituirà

La giornalista, diventata popolare coprendo gli eventi ciclistici, a sorpresa ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di direttrice di Rai Sport. Ripercorriamo insieme la sua carriera e i successi e cerchiamo di capire le possibili motivazioni per questa sua mossa. Chi potrà succederle alla guida della testata sportiva del servizio pubblico?

Chi è Alessandra De Stefano (ex direttrice di Rai Sport) e chi la sostituirà

Uno dei vizi capitali del giornalismo italiano, almeno secondo i suoi molti critici, sarebbe di perdere fin troppo tempo a discutere questioni di bottega pensando che siano fondamentali anche per i lettori. Quando, però, a lasciare la scena è una figura molto popolare come Alessandra De Stefano è davvero difficile trattenersi. La notizia, arrivata nella giornata di lunedì 27 marzo con uno stringato comunicato stampa della Rai, è un vero e proprio fulmine a ciel sereno: la popolare giornalista sportiva si è dimessa da direttrice di Rai Sport, incarico che aveva assunto nel novembre 2021. Se si erano susseguite insistentemente voci su dissapori interni alle varie redazioni della testata sportiva del servizio pubblico, niente lasciava pensare che la situazione precipitasse in maniera così repentina. Ripercorriamo insieme la carriera di questa esponente di spicco del giornalismo sportivo italiano, cercando di capire le motivazioni di questa scelta e il futuro per il servizio sportivo di “mamma Rai”.

Una vita per lo sport

La nota diffusa lunedì dall’emittente pubblica è alquanto criptica, lasciando aperte molte domande sulle vere motivazioni dietro la scelta della direttrice di Rai Sport. A quanto pare, la giornalista avrebbe “rassegnato questa mattina le proprie dimissioni dall’incarico di direttrice di Rai Sport per motivi personali”. L’amministratore delegato della Rai avrebbe poi ringraziato la giornalista per il lavoro svolto in tutti questi anni, rimarcando la sua bravura. Un commiato fin troppo stringato per una professionista entrata nella Testata Giornalistica Sportiva nel lontano 1992.

De Stefano Giro 2005

Alessandra De Stefano è diventata poco alla volta un volto noto dell’emittente pubblica, partecipando all’inizio dietro le quinte a vari programmi di successo, da “Scusate l’anticipo” allo storico “Dribbling”. Tre anni dopo, il passaggio a redattore della testata, dove era rimasta per cinque anni, prima di venire promossa al ruolo di inviata per la sezione Sport Vari, cosa che le permise di esprimere appieno la sua passione per le varie discipline “minori”, con particolare attenzione al ciclismo.

La passione per le due ruote

Una volta lasciata la vita dietro le quinte, la De Stefano ha trovato il suo terreno naturale, dando il meglio di sé nelle manifestazioni sportive più importanti al mondo. Dopo aver seguito in prima persona diverse edizioni dei Giochi Olimpici, si è specializzata nel seguire gli eventi chiave del ciclismo negli ultimi anni. La sua voce e il suo volto erano diventati presenza costante nelle case degli italiani nelle competizioni seguite dalla Rai, dal Giro d’Italia, al Tour de France, alla Vuelta a España, fino ai Campionati del Mondo. Poco alla volta, la De Stefano si era ritagliata sempre più spazio nel panorama delle due ruote, dalle telecronache agli speciali, dalle interviste ai servizi per il telegiornale.

De Stefano Premio Ischia

Il cambiamento di marcia avvenne più avanti, nel 2010, quando iniziò a condurre in prima persona trasmissioni dedicate alle due ruote, da “Anteprima Giro” a “Cronache gialle” su Rai Sport, fino a “Giro Mattina”, “Tour Replay” a “Il grande Fausto” su Rai 3. In un panorama tradizionalmente riservato ai colleghi maschi, Alessandra era stata un segno del cambiamento interno al servizio pubblico, diventando la prima donna a condurre il programma più storico del ciclismo, il famoso “Processo alla tappa”, creazione di uno dei più grandi innovatori della televisione italiana, Sergio Zavoli. Poco alla volta, si era fatta strada all’interno della gerarchia di Rai Sport, venendo impiegata come inviata anche per eventi di prima linea come gli Europei di calcio del 2016. Successo dopo successo, era arrivata la nomina a vice direttrice di Rai Sport del 2019 e il favore dei pronostici per una crescita ulteriore nell’organigramma della struttura sportiva.

Il "Circolo degli Anelli"

Il momento della svolta è arrivato in uno dei momenti più difficili della televisione italiana, la copertura dei Giochi Olimpici di Tokyo, resi complicati dalle restrizioni legate alla pandemia e dalla necessità di inviare una squadra di inviati ben più limitata rispetto alle altre edizioni del passato. Vista anche la pesante differenza di fuso orario, serviva qualcosa di diverso, un programma innovativo, che fosse in grado di mascherare l’accesso più limitato e conciliare le necessità di palinsesto con quelle dell’informazione. La risposta della De Stefano era stato un programma come il “Circolo degli Anelli”, progettato, curato e condotto direttamente da lei. L’intuizione principale era stata quella di affidarsi a due campioni molto famosi ma decisamente a proprio agio davanti alle telecamere come Sara Simeoni e Yuri Chechi, scommesse forse azzardate che si sarebbero rivelate un successo clamoroso. La formula funzionava, il pubblico era contento, si divertiva e seguiva in numeri sempre più interessanti, trasformando un possibile disastro in un successo inaspettato per “mamma Rai”.

Circolo degli Anelli De Stefano Simeoni

Nonostante quel che pensano i tanti critici, il successo del “Circolo” aveva garantito alla De Stefano quel che le mancava per raggiungere un obiettivo che fino a non molti anni fa sarebbe stato considerato impensabile. La De Stefano a pochi mesi dalla chiusura delle Olimpiadi di Tokyo era stata infatti nominata direttrice di Rai Sport, la prima donna a dirigere la principale testata giornalistica sportiva del servizio pubblico. Dal novembre 2021 in avanti, il potere della giornalista era cresciuto ulteriormente, vista la nomina a capo della Direzione Sport; una progressione impressionante, specialmente in una struttura complicata e farraginosa come la Rai, che sembrava non avere mai fine. Purtroppo per la De Stefano, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Poco alla volta, le critiche si erano infittite, rendendo la situazione sempre più difficile. Il calendario offriva però un evento per rifarsi e mettere a tacere i nemici interni ed esterni: il Mondiale invernale di Qatar 2022.

Il flop Mondiale e le dimissioni

Invece del successo che molti si aspettavano, la copertura dei mondiali si era rivelata molto meno efficace rispetto a quella delle Olimpiadi. Invece di inventare qualcosa di nuovo, la De Stefano aveva provato ad adattare il format del “Circolo degli Anelli”, chiamando ancora Sara Simeoni, molto popolare in ambito olimpico ma un po’ un pesce fuor d’acqua in ambito calcistico. A complicare ulteriormente le cose, il fatto che le storiche bandiere della copertura sportiva della Rai, dalla storica “Domenica Sportiva” a “Novantesimo minuto” fossero entrate in una crisi forse irreversibile. Gli ascolti in calo e il fatto che le corazzate di una volta non fossero più in grado di essere rilevanti in un panorama mediatico cambiato incredibilmente negli ultimi anni avevano moltiplicato le critiche nei confronti della direttrice. A parte le scelte editoriali più o meno fortunate, il vero tallone d’Achille della De Stefano si sarebbe rivelato un altro: la gestione di una serie di redazioni sempre più riottose e polemiche.

Circolo dei Mondiali

Il flop del mondiale sarebbe stato un problema ma, paradossalmente, a causare più grattacapi alla direttrice di Rai Sport sarebbe stata la scelta di Lia Capizzi, giornalista esterna alla Rai, per prendere la conduzione della storica “Domenica Sportiva”, un guanto di sfida nei confronti dei redattori interni. Non è dato sapere se siano state proprio queste le cause delle dimissioni, ma si parla con molta insistenza di una specie di faida tra le redazioni di Roma e di Milano, con i meneghini che si sarebbero stancati di essere il “parente povero” dei capitolini. Altrettanto tossiche, poi, sarebbero state le mille polemiche legate alla figura di Enrico Varriale, storico conduttore della Rai che, nonostante abbia una causa in corso con l’azienda, aveva recentemente reso nota la sua richiesta di ritornare in video con un programma suo. Qualunque sia stata la ragione, la De Stefano ha scelto di togliere il disturbo, aprendo le porte ad una complicata successione.

La corsa alla successione

Nel comunicato reso pubblico dalla Rai, l’amministratore delegato Carlo Fuortes ha reso pubblico il nome del successore della direttrice, una faccia altrettanto conosciuta agli sportivi italiani, Marco Franzelli. Non si tratta però di una scelta definitiva ma di una soluzione ponte in attesa delle complicate procedure necessarie per la nomina ufficiale di un successore. Al momento Rai Sport sarà guidata da un giornalista di lungo corso come Franzelli, con anni ed anni di esperienza alle spalle. Dopo aver esordito neanche maggiorenne a fianco di Maurizio Costanzo, a partire dal 1980 è entrato nella famiglia della Rai, come redattore sportivo al TG1. Da qui in avanti, Franzelli si è occupato un po’ di tutto, da "Unomattina" a “Linea Diretta”, dal canale all-news Rainews24 fino a Rai Sport.

De Stefano Adani

A sentire chi ha l’orecchio ben piantato al suolo e sa come si muovono le cose a Saxa Rubra, i veri papabili si starebbero muovendo con circospezione, per evitare che, come si suol dire, chi entra Papa esca cardinale. Servirà quindi ancora qualche tempo come si muoveranno le varie fazioni e se questa nuova battaglia potrà unire o dividere ancora di più le redazioni della testata sportiva, le cui relazioni sono ai minimi termini.

La speranza, ovviamente, è che questo momento di riflessione serva per ripensare la copertura sportiva e trovare un modo di portare lo storico servizio in un’epoca lontana mille miglia dalle glorie del passato. Resta ancora da capire, insomma, se Rai Sport saprà cambiare coi tempi o se sarà condannata ad un triste futuro di progressiva irrilevanza.

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