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Fuori controllo i costi imposti dai greci. I Giochi del Mediterraneo sono a rischio

Continua il braccio di ferro tra comitato organizzatore e quello internazionale di Atene. Intanto il tempo scorre

Fuori controllo i costi imposti dai greci. I Giochi del Mediterraneo sono a rischio
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C’è un circuito di operazioni finanziarie estero su estero, al riparo dalle attenzioni della magistratura italiana, nei piani che rischiano di bloccare la ventiseiesima edizione dei Giochi del Mediterraneo che dovrebbe iniziare a Taranto il prossimo 21 agosto. Quando mancano solo 242 giorni alla cerimonia inaugurale, il braccio di ferro tra il comitato organizzatore locale e il Cigm, il comitato internazionale con sede ad Atene, sta raggiungendo livelli sempre più aspri. Con Atene che accusa Taranto di essere indietrissimo con la preparazione dell’evento, e il comitato locale che controaccusa il Cigm di voler imporre operazioni finanziarie opache per distribuire soldi (soldi pubblici italiani, messi a disposizione dal governo) fuori controllo sia come entità che come procedure. Una parte dei fondi dovrebbe venire inviata in Grecia e da lì venire dirottata attraverso un produttore turco ad una azienda italiana. A Taranto non hanno nessuna voglia di mettersi nei guai, e chiedono un controllo preventivo della Corte dei Conti. Intanto il tempo scorre. E il rischio che l’Italia non si presenti pronta all’appuntamento cresce.

A fare salire di tono lo sconto è stata la relazione che il 29 novembre l’albanese Stavri Bello ha firmato per conto del comitato di coordinamento del Cigm accusando il comitato locale di una lunga serie inadempienze, «nonostante ripetute comunicazioni del Cigm, i progressi generali del Giochi di Taranto 2026 rimangono criticamente in ritardo su tutte le principali aree operative; budget, infrastrutture, risorse umane, trasporti, servizi medici, tecnologia, trasmissione», e ha invitato governo italiano e comitato locale a prendere «immediate e decisive misure ». Nei giorni scorsi la risposta del comitato organizzatore, per bocca del commissario straordinario Massimo Ferrarese: «I lavori si stanno realizzando nel rispetto del crono programma». È Ferrarese a puntare il dito contro il brusco aumento di costi che Atene vorrebbe imporre per i servizi di sostegno alle gare: una cifra, salita oltre gli undici milioni di euro, che l’Italia considera spropositata, e che ha chiesto ad Atene di dettagliare, senza risultato. Di fatto il Cigm pretende di scegliere i suoi fornitori senza gara pubblica.

Per esempio i servizi di ripresa video (immagini che non si sa da chi saranno diffuse, visto che la Rai si è impegnata solo per le gare di atletica) il cui importo è schizzato da 3 a 6,5 milioni, che andranno ad un broadcaster turco che si sarebbe già impegnato a appaltare il tutto a Gravity Media, già nota come Emg, che in Italia è guidata da Claudio Cavallotti, cresciuto alla scuola Infront di Marco Bogarelli.

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