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Judo e Karate: quali sono le differenze tra le due discipline

Le due arti marziali più popolari al mondo sono nate entrambe in Giappone e condividono alcuni elementi di base, pur essendo molto diverse. Ripercorriamo quindi le differenze filosofiche, le regole, i punteggi e alcune curiosità di queste discipline

Judo e Karate: quali sono le differenze tra le due discipline
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Una delle domande più comuni che si sentono rivolgere gli esperti di sport è se il judo ed il karate siano lo stesso sport o meno. Sembra una domanda oziosa, ma le similarità tra queste due arti marziali sono parecchie, come il fatto di essere entrambe nate nello stesso paese, il Giappone. Queste due discipline non solo sono molto diverse, ma hanno filosofie e scopi quasi opposti. Vediamo quindi in cosa si assomigliano queste due arti marziali, la storia, le regole base e qualche curiosità da questo mondo affascinante.

Le differenze principali

Queste arti marziali giapponesi si sono guadagnate milioni di seguaci in tutto il mondo, causando poi un po’ di confusione in chi non segue queste discipline regolarmente. Certo, i principi sono abbastanza simili ma le differenze sono significative. Ad esempio, il judo si concentra sulle prese, sui lanci e sulle sottomissioni, mentre il karate è basato principalmente su pugni, calci e le relative tecniche. Per eccellere nel judo bisogna lavorare sul controllo e l’equilibrio, mentre il karate punta molto più su potenza, velocità ed agilità. Inoltre, il judo è fondato sulle tecniche a terra mentre il karate si combatte in piedi.

Karate Olympics kata

Questo fa sì che come arti marziali siano adatte a situazioni diverse: il judo è considerato ideale per l’autodifesa mentre il karate è più orientato alle competizioni. Inutile dirlo, ci vogliono anni di esercizio costante per diventare veramente bravi e riuscire ad ottenere il massimo da queste arti marziali.

Come è nato il karate

La storia del karate è legata ad un posto preciso ma le sue origini si perdono nelle nebbie del tempo. Nessuno sa veramente chi sia stato il primo ad insegnare queste tecniche che consentivano a normali contadini di difendersi efficacemente dai tanti briganti, ma la pratica di questa arte marziale popolare, fondamentalmente diversa da quelle che venivano insegnate ai samurai, iniziò a diffondersi nel XIV secolo. Ci vollero molti secoli prima che queste tecniche di autodifesa venissero notate al di fuori dell’isola di Okinawa, piuttosto isolata dal resto del Giappone.

Karate Olympics fight

All’inizio del 20° secolo, fu introdotta nel resto del paese, differenziandosi in una serie di stili diversi, dallo Shotokan al Goju-Ryu, dal Kyokushinkai al Wado-Ryu. Ad accomunarli le tecniche che regolano l’uso di pugni, calci, usando le ginocchia o i gomiti ed una molteplicità di altre tecniche. A causare confusione il fatto che alcuni stili hanno incorporato tecniche tipiche del judo, dai lanci alle prese, anche se, principalmente, il karate si concentra principalmente sui colpi.

Come è nato il judo

Se il karate è piuttosto antico, l’origine del judo è decisamente più moderno, visto che fu inventato da un professore 141 anni fa. Jihoro Kano, nato vicino alla città di Kobe il 28 ottobre 1860, dopo aver imparato le tecniche del jujitsu, altra arte marziale sviluppata in Giappone nel 1532, iniziò a sviluppare uno stile particolare, una serie di esercizi da insegnare ai suoi studenti. Il nome che scelse, judo, più o meno significa “la via gentile”, anche se, a dire il vero, non ha molto di gentile. Nel 1882 iniziò ad insegnarla a nove studenti che si riunivano in una sala di una scuola, lottando ed allenandosi su un tatami che poi sarebbe diventato regolamentare.

Judo WC 1

Lo sport, visto come educativo dalle istituzioni nipponiche, divenne sempre più popolare ma ci vollero diversi decenni prima che fosse organizzato il primo campionato nazionale, nel 1930. Due anni dopo il judo approdò alle Olimpiadi di Los Angeles come disciplina dimostrativa ma l’esperimento non funzionò. Per farlo entrare nel novero delle discipline olimpiche bisognò aspettare fino alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 per gli uomini e quelle di Barcellona 1992 per le donne.

Le regole del judo

Provare a riassumere in poche righe le tante regole di questa complessa arte marziale è impossibile ma cercheremo di darvi un’infarinatura generale. Prima di tutto, il campo di gioco è un quadrato di 14 metri con un’area all’interno di 10x10 metri che è considerata attiva. L’uniforme, chiamata “gi”, deve essere resistente con maniche e gambe a meno di cinque centimetri da mani e piedi, con una cintura che viene annodata in maniera tradizionale. Ci sono tre modi di segnare punti nel judo: il migliore è l’ippon, che garantisce una vittoria immediata e si può ottenere facendo volare l’avversario e schienarlo al tappeto. Si può anche segnare costringendo l’avversario ad arrendersi o bloccandolo al tappeto per almeno 25 secondi. Il waza-ari vale la metà dell’ippon e si può ottenere dopo aver bloccato l’avversario per meno di 25 secondi. Lo yuko è un punteggio inferiore, concesso per prese brevi o lanci meno efficaci ma è solo utile in combinazione con altri punteggi, visto che vale meno di tutti.

Judo WC 2

C’è anche un sistema di penalità, chiamate shido nel caso siano poco gravi o hansoku per errori gravi, che valgono quattro shido. Evitare lo scontro per troppo tempo è punito, mentre una penalità grave vale la vittoria dell’avversario e l’espulsione dal torneo. Colpire con pugni o calci, toccare il volto di un avversario o causare danni fisici sono tutte penalità gravi. Ci sono cinque minuti di tempo per accumulare più punti possibili. In caso di pareggio si passa ai supplementari, con il cosiddetto Golden Score: chi segna un punto di ogni tipo vince. Se non si segna un punto, deciderà la terna arbitrale.

Le regole del karate

A parte il kata, ovvero le competizioni dove gli atleti vengono valutati per la precisione con la quale compiono alcune figure standard, le gare di kumite, ovvero combattimento, sono abbastanza simili a quelle del judo. I partecipanti sono divisi in classi di peso, vestono un’uniforme tradizionale senza ricami o strisce ma, contrariamente a quanto si pensi, non vestono cinture colorate secondo il grado che hanno raggiunto. Uno porta la cintura blu, l’altro una rossa, solo per distinguerli, oltre ad un’altra serie di protezioni per il corpo, i piedi ed altre parti sensibili. Il sistema di punti è più semplice rispetto al judo: vengono assegnati punti per colpi alla testa, al volto, al collo, al petto, all’addome, al fianco e alla schiena. Non basta però sfiorare l’avversario, il colpo dev’essere portato in maniera adeguata, vigorosa, con tempismo, alla distanza giusta, in maniera sportiva.

Karate Olympics fight 2

Un colpo può valere tre, due o un punto, a seconda delle condizioni: un ippon viene assegnato se si colpisce con un calcio il volto o per un colpo ad un avversario a terra, un waza-ari da 2 punti per calci al tronco mentre lo yuko da un solo punto viene assegnato a pugni al torso o al volto. Si vince un incontro segnando più punti del rivale alla fine del tempo regolamentare ma non è l’unico modo. Essere in vantaggio di otto punti segna la fine dell’incontro, come aver reso l’avversario incapace di continuare. In caso di pareggio, i giudici assegnano la vittoria. Ultima differenza con il judo, le dimensioni del tatami: in questo caso un quadrato di 8 metri di lato con un metro extra, considerato una zona sicura.

Le tecniche chiave

Uno degli elementi comuni alle due arti marziali sono le prese, usate per controllare l’avversario e portarlo al tappeto. Il judo si concentra sui lanci ed i blocchi, mentre il karate usa le prese per aprire spazi agli attacchi, principalmente coi calci. Buona parte dell’allenamento è concentrato su come difendersi a distanza ravvicinata. I lanci sono parte di entrambe le discipline ma usate in maniera diversa. Nel judo lo scopo è schienare l’avversario, come avviene nella lotta greco-romana; nel karate invece serve per mettersi in posizione di vantaggio e quindi controllare al meglio la situazione. Il tempismo è fondamentale e parte dell’allenamento di base.

Judo WC 3

Quando invece si passa ai colpi, le differenze filosofiche sono evidenti. I colpi nel judo sono solo una distrazione prima di provare uno schienamento mentre il karate si preoccupa più di mettere a segno colpi nelle parti vitali. Gli attacchi nel judo non vengono mai da soli, ma sono inevitabilmente seguiti da prese e lanci, per destabilizzare l’avversario. L’attacco nel karate, invece è fine a sé stesso: pugni, calci e blocchi sono fondamentali per creare distanza, controllare la situazione e, alla fine, sconfiggere l’avversario.

Le uniformi? Non molto simili

Una delle cose che confondono di più i non iniziati è che le uniformi dei due sport sembrano in effetti molto simili. In entrambi gli sport la parola che si usa è la stessa, gi, ma in realtà si tratta di una contrazione del termine originario. Il termine usato da Jigoro Kano era un altro, keikogi, una parola composta dalla parola per “allenamento” e quella generica usata per “vestiti”. Agli occhi di un occidentale, questi abiti da allenamento sembrano uguali: una giacca piuttosto larga e pantaloni comodi, solitamente di un colore unico, senza decorazioni o ricami vistosi. In realtà, quando il karate veniva praticato ad Okinawa, si faceva con gli abiti di tutti i giorni, senza bisogno di cinture o regole particolari. Un’altra differenza tra le due uniformi è che la federazione del judo impone l’uso del caschetto, mentre quella del karate non lo prevede.

Karate Olympics fight 3

A parte le regole molto precise che riguardano la resistenza dell’uniforme ed il fatto che non debba essere né troppo lunga né troppo corta, le principali differenze riguardano il colore e la tradizionale cintura. Le uniformi del judo sono sempre e comunque bianche o blu, senza strisce, ricami o qualsiasi altra decorazione, mentre quelle del karate dipendono in buona parte dallo stile e dalle regole del torneo. Altra differenza fondamentale è il colore della cintura: se nel karate normalmente si usa una cintura nera o una cintura blu e rossa nel caso le divise siano nello stesso colore, la situazione cambia parecchio nel judo.

In questo caso, il colore della cintura è legato al rango del combattente, ovvero quanti esami formali abbia passato per certificare la sua abilità nello sport.

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