Quando Nadia Comaneci mandò in tilt i computer a Montreal

Alle Olimpiadi del 1976 la quattordicenne si esibì in un numero talmente perfetto che la giuria decise di premiarla con un 10: i calcolatori del tempo però arrivavano soltanto a 9,99

Quando Nadia Comaneci mandò in tilt i computer a Montreal
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Confabulano fitto, senza trovare una soluzione. Alcuni di loro si grattano spesso la testa. Altri la scuotono. E adesso che si fa? Quella quattordicenne ha appena eseguito un numero impossibile alle parallele asimmetriche. Di un nitore che stranisce. Non c'è stata mezza sbavatura, mezzo errore. Anche il palazzetto che ospita le Olimpiadi di Montreal del 1976 se ne sta lì in attesa, con il fiato sospeso.

Nadia Comaneci intanto rimugina interiormente. Lei non è mica convinta - e lo confermerà in seguito - che quell'esercizio sia venuto giù davvero perfetto. L'uscita, per esempio, non l'ha trovata impeccabile. In allenamento le è venuta meglio. Ma il fatto è che lei è talmente di un'altra categoria rispetto alle sue avversarie, che la distanza deve necessariamente essere evidenziata. Una ginnasta aliena. Semplicemente inarrivabile. Da qui deriva lo stranimento della giuria, che mai ha visto nulla di simile, e il problema conseguente. A lei dobbiamo per forza dare un 10. Ma come facciamo?

Già, come fanno? Il fatto è che per loro non ci sarebbe alcun problema. La questione è di altro genere. I computer dell'epoca, infatti, sono stati tarati con una cifra fissa più i decimali. Tradotto: si può arrivare al massimo ad assegnare il punteggio di 9,99. Troppo poco, troppo ingiusto. Serve inventarsi uno stratagemma. Ed eccolo qua: scriviamo 1.00 e spieghiamo che è un dieci in realtà.

Solo che quando la cifra appare sul tabellone luminoso, la folla è stordita e mugugna. Bela Karolyi, il suo allenatore, è stralunato. Subito si alza dalla sua seggiola e si dirige verso il banco dei giudici, per protestare. Pensa che alla sua protetta sia stata assegnata una qualche penalità e non si stupirebbe, vista la rivalità che intercorre con i sovietici. Nulla di tutto questo. Proprio mentre sta raggiungendo il tavolo lo speaker sbroglia ogni dubbio: è un 10 perfetto! Il pubblico adesso esplode. Mai era successo nella storia delle ginnaste.

Lei sorride con contegno. Non sarà neppure il solo. Comaneci concluderà quelle Olimpiadi ottenendo altri sette punteggi da dieci. A soli quattordici anni conquisterà tre medaglie d'oro, un argento e un bronzo. Benvenuta extraterrestre.

Da quel giorno i programmatori, scrutando i computer mandati in ebollizione, dovranno progettare un'evoluzione necessaria. Del resto la storia umana avanza così, per strappi luminosi, per scoperte abbaglianti che condizionano la vita fino a quel punto conosciuta.

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