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"Si ribalta il kayak, poi la tragedia". Morto il campione di freestyle Massimo Benetton

Il 55enne è stato sbalzato dal suo kayak ed è annegato, mentre stava scendendo il fiume Aurino, in Trentino-Alto Adige, assieme ad un gruppo di amici. Si pensa ad un malore

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Addio a Massimo Benetton, 55 anni e una vita dedicata allo sport e alla passione per il kayak. Con un gruppo di amici, Benetton avrebbe dovuto trascorrere un pomeriggio di svago invece il campione di canoa freestyle e maestro a sua volta, è morto. Qualche ora con il suo kayak ed è finito tutto lì, nelle acque gelide del fiume Aurino, a Campo Tures, in Trentino-Alto Adige. L'uomo è stato sbalzato dalla sua piccola imbarcazione ed è annegato, mentre stava scendendo il tumultuoso corso d'acqua assieme alla comitiva.

La ricostruzione

Alle 20 di martedì sera si era ritrovato nella località Gisse nei pressi di San Martino per una discesa con il gruppo di amici che ha tentato, poi, di soccorrerlo. Secondo la ricostruzione del Corriere del Veneto, durante l’escursione un incidente lo ha scaraventato in acqua all’altezza della frazione di Caminata. Le correnti lo hanno trascinato lontano mentre gli amici lanciavano l’allarme e tentavano di recuperarlo, nel buio della serata ormai inoltrata.

Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e gli uomini del soccorso acquatico di Brunico, oltre all’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites con i visori notturni azionati. Una volta recuperato il corpo di Benetton e trascinato a riva, il medico d’urgenza e i sanitari della Croce bianca hanno tentato una disperata rianimazione, ma non c’è stato nulla da fare: il cinquantaquattrenne era già morto, purtroppo. I rilievi per cercare di comprendere la dinamica di quanto accaduto sono affidati ai carabinieri e stabilire, grazie agli accertamenti medici, se Benetton ha accusato un malore o se si è trattato da un fatale incidente.

"È morto un campione. Il pioniere del kayak freestyle e rodeo in Italia, canoista estremo e uno dei più preparati del Paese", ricorda Arcangelo Pirovano Todeschini, socio fondatore della Federazione italiana di canoa turistica. Secondo Todeschini, come si legge su VeneziaToday, "il buco non è stato il problema perché lui con i buchi ci giocava - spiega -. Dato l'orario in cui è entrato nel fiume, di sera dopo il lavoro, era sicuramente andato ad allenarsi: nulla di pericoloso. Esperto e preparato com'era sapeva benissimo quali manovre compiere con il salvagente, che sicuramente indossava martedì. Il buco per un professionista è un momento di divertimento". Per chi conosceva Max Benetton, dev'essere stato vittima di un malore."Dentro al buco non l'hanno visto eskimare - riferisce l'amico Didy dalle Filippine - poi hanno lanciato la corda, ma senza successo. Quando sono riusciti a recuperarlo ed è arrivato l'elisoccorso il cuore quasi non batteva più".

Chi era Massimo Benetton

Originario di Meolo (Venezia) aveva dedicato la vita alla sua passione più grande, quella del kayak, che lo aveva portato a diventare campione di discesa e precursore della disciplina del freestyle, introducendolo una trentina di anni fa in Italia. Aveva preso parte ai campionati mondiali di specialità a Nottingham in Inghilterra. Da giovane con la canadese biposto era arrivato subito a giocarsi la Coppa del Mondo nel 1991 e il Mondiale del 1993: era noto come Max la Bomba, non a caso. Nel suo palmares, figura un bronzo agli Italiani del 1997, un argento e un oro alla Coppa Europa nel 2002 e nel 2003. Benetton è stato tra i primi a sperimentare la fibra di carbonio (come nelle bici) per la costruzione dei kayak.

A Treviso era un volto noto: aveva lavorato per più di un decennio nella storica bottega Pinarello di via Casa di Ricovero.

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