
Alex Schwazer non ha perso la voglia di primeggiare, anche dopo il ritiro. L'ultima sfida della sua carriera lo aveva visto protagonista nella 20 km su pista ad Arco del 19 luglio dello scorso anno, quando fu costretto a ritirarsi complice una forte sciatalgia. Oggi 10 maggio a San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, l'ex campione olimpico è sceso in pista nella 10 km per la fase regionale del Veneto dei Campionati assoluti di Società.
Tesserato dal 2024 con l’Atletica San Biagio, il marciatore altoatesino ha tentato in tutti i modi di battere il record italiano senior categoria 40 anni, andando incontro ad un inconveniente che lo ha fatto decisamente infuriare. A pochi giri dal termine della gara sui 10 km è stato punito con un minuto di penalità, dopo aver preso 3 ammonizioni per marcia irregolare. Sanzione che gli ha fatto terminare i 25 giri di pista proprio un minuto oltre il record che è di 42'49". A quel punto Schwazer se ne è andato senza proferire parola, visibilmente infuriato per l'accaduto. Troppa la rabbia per aver mancato l'obbiettivo, nonostante il primo posto conquistato con 7 minuti di margine sul secondo in classica.
L'episodio è stato chiarito anche dal presidente dell’Atletica San Biagio, Silvano Tommasi. "Bisogna capirlo – ha spiegato il dirigente sportivo – si è presentato qui davvero allenatissimo, non me lo aspettavo così in forma. Non sono riuscito a parlargli nemmeno io, ma sono felice che sia venuto ad onorare la promessa che ci aveva fatto ovvero di gareggiare una volta con noi. Peccato perché non è andata come voleva ma è stato grande a tagliare il traguardo della fase veneta di questi campionati italiani assoluti di società su pista, anche da arrabbiato. Ma per noi vuol dire tanto".
Giornata da dimenticare dunque per Schwazer, la cui vicenda doping ha tenuto banco per anni, regalando sorprese e colpi di scena. Oggi l'ex marciatore vive a Racines, in provincia di Bolzano, la sua città natale in Alto Adige, dove è tornato dopo la carriera sportiva, occupandosi della parte sportiva e fisica in resort e alberghi. Vive insieme alla moglie, Kathrin Freund, sposata nel 2019 e ai due figli Ida e Noah. Oro olimpico nel 2008 nella 50 km di marcia a Pechino, fu squalificato una prima volta, reo confesso, e una seconda per micro-doping addirittura per otto anni. Nel 2012, prima delle Olimpiadi di Londra, risulta positivo all'Epo, ammette la colpa e viene squalificato per tre anni e mezzo, ritirandosi temporaneamente.
Torna nel 2016, ma un nuovo test positivo al testosterone porta a una squalifica di otto anni. Schwazer sostiene la propria innocenza, accusando manipolazioni. Nel 2021, un tribunale di Bolzano lo scagiona, ritenendo probabile la manipolazione dei campioni, ma la squalifica sportiva resta.
La vicenda, raccontata nella docuserie Netflix "Running for the Truth" (2023), evidenzia presunte irregolarità di Wada e Iaaf, con Schwazer che lotta per dimostrare la sua innocenza e denunciare corruzione nel sistema antidoping.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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