
Julio Velasco ha il carisma dei numeri uno, che si tratti di regalare uno storico oro olimpico all'Italia o di dare esempi di cultura sportiva a quella che è ormai la sua seconda patria. Lo ha confermato nella conferenza stampa di presentazione dell'estate delle azzurre del volley, tuonando contro i 'no' arrivati da Bonifacio, Chirichella, Lubian e Pietrini, che hanno scelto di non rispondere alla convocazione. Velasco non scende a compromessi: «La Nazionale non è un club. È qualcosa di speciale, non un posto in cui si entra a seconda dei momenti. Nessuno pensi che ogni anno si possa decidere se venire o no in Nazionale. Un conto è dire: ho un problema, appena lo risolvo sono lì. Un altro è dire: mi prendo un'estate. Ripensamenti? Per me la porta è quasi chiusa».
In passato anche Egonu aveva detto no all'azzurro, ma Velasco chiarisce: «Per Paola è diverso, prima di rifiutare la chiamata è stata lei a essere lasciata fuori».
Stuzzicato sul tema del fenomeno
Yamal, Velasco ha commentato così: «In Italia non giocherebbe. Da noi i giovani vengono guardati con sfiducia e sospetto, non sono mai ritenuti pronti e vengono penalizzati dall'esterofilia. Questa mentalità va cambiata».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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