Altro che «Goal», dagli Usa un calcio al gioco del calcio

Un bel calcio al gioco del calcio, con la benedizione di Blatter, il cardinale Richelieu del football mondiale, questo è Goal! Il film. Tipico prodotto della Buena Vista, leggi Walt Disney, è uno spottone sul calcio in previsione dell’immanente campionato del mondo in Germania. E gli sponsor adidas e Nike sono i burattinai di un’operazione che con il calcio, quello che noi europei conosciamo, ha ben poco a che fare. Il regista Danny Cannon si ispira platealmente alla play station. E la favola del giovane terzomondista ma di bell’aspetto illuderà migliaia di suoi omologhi con le panzane che il film racconta.
Dunque. Il giovane Santiago Munez (Kuno Becker), è un giovanotto di origine messicana, un po’ infantile, appassionato di calcio, che pratica sui polverosi campetti periferici di Los Angeles. Lo osserva un inglese di passaggio (Stephen Dillane), ex calciatore e talent scout occasionale, che lo invita a recarsi in Inghilterra per tentare la carriera da professionista. L’opposizione del padre non impedirà al giovane Santiago di coronare il suo sogno, che all’inizio rischia di infrangersi a contatto con la brutale realtà del calcio inglese.
Una regia «muscolare» bara sull’essenza di questo gioco; il giovane Santiago è un dribblomane inveterato e ciò esalta la visione retorica dei filmmaker americani, mentre il portiere è una figura del tutto assente.

Ambientato nella società del Newcastle, il film mostra per pochi istanti il fascinoso Beckham, Zidane, Raul e in azione di gioco il solo Alan Shearer. E tra le cose che fanno male al calcio Goal! è una bella mela avvelenata.

GOAL! IL FILM (Usa/GB, 2005) di Danny Cannon con Kuno Becker, Stephen Dillane, Anna Friel. 120 minuti

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