Un altro colpo contro Veltroni

L’appello al dialogo sulle riforme del capo dello Stato, una sorta di ultimatum perché stavolta «un nulla di fatto avrebbe conseguenze gravi», arriva proprio nel giorno in cui Repubblica torna a sparare a palle incatenate contro il dialogante Berlusconi.
E non è un caso che Walter Veltroni (che sa benissimo che i proiettili contro il Cavaliere servono a spaventare innanzitutto lui) abbia immediatamente mostrato entusiasmo per le parole di Napolitano, «volte al bene del paese». Con i suoi, il leader del Pd confida di sentirsi rafforzato da «un sostegno così autorevole», e quindi tanto più motivato ad andare avanti nel tentativo di chiudere in fretta un accordo «innanzitutto tra i grandi partiti, e con il sostegno dei medi», come spiega il senatore Tonini.
Di certo, meno rafforzato si sente il premier. Perché a lui il capo dello Stato riserva invece una severa bacchettata sulla gestione della Finanziaria.

E perché i segnali arrivati ieri da Palazzo Madama, con le dissociazioni dalla maggioranza di Fisichella e di altri esponenti dell’Unione, dicono che il centrosinistra è già virtualmente in minoranza, come riconosce la capogruppo Pd Finocchiaro rivolgendo un appello alla «tregua» con l’opposizione, perché collabori a fare «non solo la legge elettorale, ma altri provvedimenti importanti». A gennaio si apre una partita che per Prodi può diventare esiziale, perché se l’accordo sulla legge elettorale si chiude resteranno in pochi, nell’Unione, ad avere interesse a tenere in piedi il suo governo.

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