Ci risiamo: a soli otto giorni dallo scontro che provocò 25 feriti in via Ripamonti, l’Azienda dei trasporti milanesi è di nuovo in mezzo alla bufera per un altro incidente fra mezzi di superficie.
Due tram della linea 16 si sono scontrati ieri intorno alle 14 alla fine di corso Vercelli, all’incrocio con piazzale Baracca, in zona Fiera, causando dieci feriti, fra i quali una donna incinta.
I due jumbo procedevano uno parallelo all’altro, uno diretto verso il centro con destinazione Monte Velino, l’altro verso San Siro, quando - secondo quanto ricostruito da Atm -, il primo ha imboccato uno degli scambi iniziando così a sterzare verso sinistra anziché procedere dritto, come avrebbe dovuto. Nella manovra ha colpito, con la parte sinistra del muso, l’altro tram diretto verso la periferia, facendolo deragliare.
I feriti sono stati subito trasportati in diversi ospedali della città. Illeso ma sotto shock Davide T., 30 anni, 5 di esperienza come tranviere, alla guida del mezzo che ha provocato l’incidente. Lievemente contuso invece Roberto A., 41 anni, del deposito di Baggio, che era a bordo del tram colpito e subito dopo la collisione ha raccontato: «Stavo procedendo dritto quando all’improvviso ho sentito un colpo e mi sono ritrovato di fronte la vetrina della gioielleria: ho temuto di sfondarla».
Sul posto sono subito intervenuti vigili, carabinieri e personale Atm per chiarire la dinamica dell’incidente. Corso Vercelli è rimasto totalmente chiuso al traffico fino a poco prima delle 17: per tre ore i tecnici dell’azienda dei trasporti sono stati alle prese con la difficile rimozione del mezzo deragliato e dell’altro che ha provocato lo scontro, che per la forza del botto è ritornato sui binari e ha continuato a procedere verso piazza Baracca per altri 11 metri prima di fermarsi, con le ruote anteriori sinistre girate verso l’interno di novanta gradi.
«Una cosa mai vista, e pressoché impossibile, perché le ruote possono ruotare solo di pochi gradi», assicurano i colleghi dei due tranvieri. Tre le cause dello scontro ipotizzate: l’errore umano, il malfunzionamento di uno o di entrambi gli scambi del nodo dove è transitato il tram che ha provocato l’incidente o un guasto al carrello delle ruote anteriori di quest’ultimo.
Passanti e commessi dei negozi della via sono concordi: tutto è avvenuto all’improvviso. «Ho sentito un botto - racconta il proprietario di «Mont Blanc» -, mi sono affacciato e ho visto i tram fermi, deragliati, e un gran fumo tutto attorno. Per fortuna i due mezzi erano semivuoti». Secondo Luigi, un collega dei due tranvieri coinvolti nello scontro, c’è un problema di cattiva manutenzione delle rotaie: «Sono vecchie di ottant’anni - accusa -, e nei punti di incrocio i nodi spesso sono lisci. Il rischio di imboccare la curva anziché andare dritto c’è». Ufficialmente, Atm ha detto di voler aspettare il risultato dell’esame della Commissione tecnica: ma allo stesso tempo sembra puntare più sull’errore umano e sul mancato rispetto della velocità a passo d’uomo, obbligatoria nei punti di scambio: sembra infatti che il mezzo che ha causato lo scontro andasse a 30 chilometri all’ora, contro i cinque richiesti. E anche secondo il direttore d’esercizio, Bruno Decio, se il mezzo ha continuato per oltre 11 metri dopo lo scontro, significa che «viaggiava ad una velocità sostenuta in un punto dove si deve andare a passo d’uomo».
E intanto, intorno a questo ennesimo incidente, infuria la polemica politica: «Oggi salire su di un tram a Milano è diventata un’avventura», ironizza Roberto Caputo, capogruppo del Partito Socialista in Provincia di Milano.
«Occorre affrontare il problema del trasporto pubblico locale a partire dalla prossima Finanziaria», ha detto Paolo Valentini, capogruppo di Fi in Consiglio regionale. Mentre il Codacons la rinnovato la richiesta di dimissioni dell’amministratore delegato di Atm, Elio Catania, già chieste lo scorso 13 ottobre: a questo punto, dice oggi l’associazione di difesa dei consumatori, sia «il sindaco di Milano Letizia Moratti a rimuoverlo».
L’associazione chiede inoltre di sospendere il servizio di tram fino a che non saranno garantite le condizioni minime di sicurezza, e di sostituire le corse di tram con autobus, che dovranno essere gratuiti, anche per ripagare i consumatori degli inevitabili disagi. Infine, sempre il Codacons chiede alla Procura di Milano di aprire un fascicolo per attentato alla sicurezza dei trasporti «per accertare se sussistono profili penalmente rilevanti, non in relazione a questo singolo incidente ma in relazione alla situazione disastrosa in cui versa la rete dei trasporti pubblici milanese».
«Non è pensabile che a Milano accadano incidenti sui mezzi pubblici così frequentemente - ha detto invece Onorio Rosati della Cgil Milano -. Occorrono interventi immediati con misure precise atte ad aumentare la sicurezza». Mentre Carlo Monguzzi, consigliere regionale dei Verdi, sottolinea il calo del numero di addetti alla manutenzione, passati da 2065 del 2002 ai 1801 odierni.
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