Alunno caduto dalla finestra, sospesa la maestra

Rischia il posto la maestra del bimbo cinese che l’altro giorno, a scuola, è caduto dalla finestra del terzo piano. La dirigente scolastica dell’istituto elementare Cappellini di Milano ha infatti avviato le procedure per sciogliere il rapporto di lavoro. Non si può parlare di vero e proprio licenziamento poiché l’insegnante di inglese, 25 anni, era precaria e non di ruolo. Pesanti le accuse su cui si basa la contestazione: non ha vigilato sulla classe e quindi viene meno il rapporto di fiducia con la scuola.
Anche sul versante giudiziario la situazione della giovane maestra si aggrava: da ieri risulta formalmente indagata per lesioni personali gravissime. Dai primi accertamenti pare infatti che il bambino, pur salendo sulla sedia, da solo non sarebbe mai riuscito ad aprire la finestra da cui è precipitato. Finestra aperta imprudentemente dalla stessa maestra, per cambiare l’aria nell’aula, pochi minuti prima.
Unica buona notizia della triste vicenda è che migliorano lievemente le condizioni del bimbo cinese. In base al bollettino medico emanato dall’ospedale Niguarda, pare che il piccolo, in coma dall’altro ieri, accenni ad eseguire gli ordini e risponda a qualche stimolo.
Gli unici a scagionare la maestra di inglese sono i genitori della scuola. «Non è colpa sua - dicono le mamme all’uscita di scuola in via De Rossi -. È stato un incidente e poteva capitare a chiunque, anche a una di noi in casa. Per certe disgrazie basta un attimo». In base alle testimonianze delle mamme, «l’insegnante è brava e competente». E i bambini si sono affezionati a lei in questi pochi mesi di scuola.
I responsabili dell’istituto si barricano dietro al silenzio più totale. Anche con i genitori della prima A, la classe del bimbo cinese, che ieri mattina si sono presentati in direzione per chiedere chiarimenti sulla vicenda e sulle misure di sicurezza adottate dalla scuola. Bocche cucite anche da parte dei bidelli, che hanno ricevuto ordini ben precisi. Solo uno di loro si lascia sfuggire qualche parola: «I bambini sono sempre sotto controllo da parte di qualche adulto - dice -. Sia quando vengono accompagnati da una classe all’altra, sia quando sono in corridoio».
Sotto shock gli alunni. «Ieri mio figlio non ha toccato cibo a tavola - racconta una mamma - ed ha voluto dormire nel lettone in mezzo a me e mio marito». Un nonno racconta il suo antidoto per rasserenare la nipotina: «A cena non abbiamo guardato nemmeno un telegiornale e ho cercato di parlarle di altro, di distrarla».
La scuola non ha organizzato ancora nessun momento collettivo di preghiera o di riflessione per il compagno di classe finito in ospedale.

«Ci pensiamo noi in famiglia - dicono i genitori -. Ieri sera prima di dormire abbiamo detto assieme una preghierina. Mio figlio gioca sempre assieme a quel povero bimbo. Abbiamo chiesto agli angeli di aiutare la sua famiglia».

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