Alza i tassi per frenare l’economia

da Pechino

La Cina ha alzato per la seconda volta da gennaio i tassi di interesse. Obiettivo: contenere gli investimenti che hanno spinto la crescita del Paese all'11% nei primi sei mesi dell'anno. I tassi sui prestiti saliranno di 0,27 punti percentuali al 6,12%, mentre il tasso sui depositi ad un anno - afferma la banca centrale cinese in una nota pubblicata ieri sul proprio sito internet - al 2,52%. È la prima volta negli ultimi due anni che l'istituto aumenta simultaneamente i tassi su prestiti e depositi. La stretta finanziaria è destinata «a guidare l'aumento degli investimenti e del credito, e a mantenere i prezzi stabili», spiega la banca centrale che considera la rapida crescita degli investimenti in capitale fisso come il «problema maggiore». L'istituto, nei giorni scorsi, ha invitato a una maggiore flessibilità dei cambi per «bilanciare l'economia», obiettivo da raggiungere anche mettendo un freno alle esportazioni e aumentando le importazioni. Secondo Jimmy Koh, analista della United Overseas bank group, il vero problema della Cina - secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg - è proprio il cambio dello yuan. «La radice del problema è la moneta sottovalutata - afferma Koh -.

L'aumento dei tassi di interesse risolve il sintomo ma non il problema». Il surplus commerciale cinese lo scorso anno è triplicato toccando i 102 miliardi di dollari, mentre quest'anno è salito del 50% a 76 miliardi nei primi sette mesi.

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