AMANDA SANDRELLI rinchiusa in ascensore

Il titolo è tutto un programma e, anche se lo psicofarmaco in questione non è di certo il protagonista della vicenda, non c'è dubbio che lo stesso suono abbia il potere di suggestionare.
Xanax scritto e diretto da Angelo Longoni, da questa sera sulla scena del teatro Oscar, si avvale dell'affiatamento più che decennale di una rodata coppia; Amanda Sandrelli e Blas Roca Rey, vestono i panni dei due giornalisti di una grande casa editrice che, disgraziatamente di venerdì sera, restano chiusi nell'ascensore. «Un'occasione per scoprire che anche l'uso dello Xanax, in quella circostanza claustrofobica, ci accomuna», racconta Sandrelli».
L’ascensore bloccato è solo un pretesto?
«Sì, in uno stato di tale emergenza nasce un rapporto di confidenza un po' forzata, ma occasione di dare vita ad un altalenare di situazioni ora drammatiche, ora comiche. L'autore Longoni è stato veramente eccezionale a rendere questo alternarsi attraverso la scrittura, scandendo un ritmo preciso»
Cosa accade tra i due?
«Cadendo automaticamente le difese tra i due, conoscenti solo di vista, nasce un rapporto intenso. Attrazione, disperazione, forti emozioni: tutto questo, esasperato all'ennesima potenza, è il punto di partenza per rivelare lati oscuri di entrambi».
Come reagisce il pubblico?
«Già al debutto di cinque anni fa ho potuto assistere ad un forte coinvolgimento della platea; si percepisce la tensione di base che tiene viva l'attenzione degli spettatori che non mancano di ridere. Attraverso una risata liberatoria, quasi isterica, la platea coglie l'amaro dei differenti due punti di vista verso il mondo: tutto è raccontato con ritmo e humour».
Come affrontano i problemi fisiologici fino al lunedì?
«Anche questo elemento è molto divertente, ma senza incappare nella volgarità, Longoni ha risolto con delicatezza il problema in maniera divertente, leggera e brillante».
Per lei è un ritorno al teatro?
«Dopo un'assenza di tre anni, ora ritorno con la medesima passione che mi ha sempre contraddistinto. Cercando di conciliare le esigenze della famiglia e del lavoro, dopo sue serie tv e altri lavori più stanziali, ora torno al teatro che mi mancava tanto. Sulla scena c'è uno scambio di energie con il pubblico, fonte di vitalità fisica. Il cinema è meraviglioso, ma la soddisfazione e l'appagamento che mi lascia il teatro è irrinunciabile».


Progetti futuri?
«Debutterò ad Asti, quest'estate, con un testo di Duccio Camerini, autore che amo particolarmente; dal punto di vista cinematografica sto condividendo un sogno che, probabilmente si concretizzerà vedendo mia madre dietro la macchina da presa».
Xanax
da oggi al 31 marzo
teatro Oscar

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