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Amauri fa melina con Dunga: «Verrei ma rispetto gli ordini»

TorinoIl doppio polpettone è servito. Adesso bisognerà capire a chi risulterà indigesto. La portata numero uno, in ordine cronologico, ha riguardato Amauri: Dunga lo ha convocato (in ritardo) per l'amichevole Italia-Brasile del prossimo 10 febbraio, la Juve ha detto «Non se ne parla, le chiamate devono essere fatte quindici giorni prima». E il giocatore, silente nel post Juventus-Cagliari di sabato, avrebbe poi dichiarato al sito brasiliano Uol Esporte che il suo sogno «è giocare per la Selecao. Devo però rispettare le decisioni prese dalla mia società». In realtà, più che un autogol vero e proprio, si è trattato dell'ennesimo tentativo di prendere tempo: le norme hanno infatti permesso alla società bianconera di negargli il visto per rispondere presente alla nazionale verdeoro e lui, interrogato dalla stampa sudamericana, ha fatto catenaccio come meglio non avrebbe potuto. Nell'attesa, ovvio, che il passaporto italiano arrivi in tempi brevi: se così sarà, Lippi lo convocherà volentieri e il giocatore avrà un posto pressoché garantito per i Mondiali 2010, cosa che invece potrebbe non essere con il Brasile. Se, invece, la sua italianizzazione dovesse andare ancora per le lunghe e Dunga lo chiamasse nuovamente rispettando i tempi, addio sogno. Quel che è certo è la posizione della Juventus, la quale nel tardo pomeriggio di ieri ha anche negato che oggi ci sarebbe stata una riunione con il giocatore «per risolvere la questione», come aveva riportato Uol Esporte.
Nel frattempo Amauri - e si arriva così al polpettone numero due - non segna dal 21 dicembre e la Juve è caduta di nuovo in depressione. Vero che ieri l'Inter le ha dato una mezza mano, ma d'ora in avanti varrà forse la pena dare un'occhiata anche a chi insegue. Anche perché, in attesa che Trezeguet torni a giocare e segnare, i sette punti conquistati nelle prime cinque partite del 2009 sono davvero poca cosa. A ciò va aggiunta l'ormai annosa questione infortuni: Camoranesi è sparito dai radar e non è chiaro quando riapparirà, Poulsen e Tiago trotterellano ma di loro Ranieri non si è ancora fidato, Chiellini e Zanetti si sono appena (ri) rotti.

Il difensore ne avrà per circa un mese, il centrocampista per un paio: più che pensare a coprire la posizione di Amauri, sarebbe forse meglio che in corso Galileo Ferraris scoprissero il perché dei mille infortuni muscolari (con ricadute assortite) avvenuti in questa prima metà di stagione.

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