Ambiente, la Puglia brucia 70 milioni di euro

da Bari

Fatti i conti sono 70 milioni e 200mila euro, decisamente qualcosa in più di una risicata boccata d’ossigeno ma un autentico «tesoretto» che avrebbe potuto risollevare in particolare le sorti dell’ambiente in una terra dilaniata da un’estate scandita dagli incendi. E invece quel fiume di denaro, che grazie a una delibera del Cipe aveva preso la strada della Puglia, si è rivelato solo e soltanto un miraggio che ha alimentato illusioni, prodotto delusioni e innescato polemiche. Il motivo: la Regione, guidata dal presidente di Rifondazione comunista Nichi Vendola, in prima fila nelle battaglie ambientaliste, quei soldi non li ha mai utilizzati. E così il finanziamento è sfumato, evaporato perché non sono stati rispettati i tempi, anche se in ballo c’erano varie questioni fondamentali come la difesa del suolo, la sicurezza, la società dell’informazione e i beni culturali.
La notizia è stata confermata a Roma dal viceministro dello Sviluppo Economico Sergio D’Antoni. Il quale, rispondendo a un’interpellanza presentata da quaranta deputati di Forza Italia tra i quali l’ex governatore Raffaele Fitto (primo firmatario) e il vicecapogruppo di Fi alla Camera Antonio Leone, ha confermato i dubbi avanzati dall’opposizione. Nel suo intervento D’Antoni ha ripercorso le tappe della vicenda. La delibera del Cipe risale a quattro anni fa: in tutto alla Puglia erano stati assegnati 393 milioni e 350mila euro, un importo suddiviso in otto accordi di programma. I soldi dovevano essere investiti entro il 31 marzo del 2006, ma oltre 70 milioni sono stati «decurtati» perché non impegnati nella data fissata. Una débâcle unica nello scenario delle Regioni: sette hanno tenuto fede agli impegni e non ci hanno rimesso nulla, e comunque nessuno ha fatto peggio della Puglia. Una batosta provocata anche dalla mancata richiesta di proroga per l’impiego dei fondi, ha spiegato Fitto.
Il ministero per lo Sviluppo economico ha dato quindi ragione ai deputati firmatari dell’interpellanza e ha fornito anche i numeri della vicenda. Il settore ambientale, peraltro uno dei cavalli di battaglia della giunta di centrosinistra guidata da Vendola, è quello che ci ha rimesso di più: sono infatti ben 25,5 i milioni decurtati su questo fronte, un dato che la dice lunga visto che in tutto il finanziamento era di 26 milioni. E poi ancora: sono sfumati venti milioni per la difesa del suolo, quindici destinati alla ricerca, sei e mezzo per la sicurezza, due milioni e mezzo per la società dell’informazione e settecentomila euro per i beni culturali.
Adesso in Puglia è polemica. Dopo l’esposizione del ministero l’opposizione attacca, ma la maggioranza respinge le critiche. Secondo l’assessore al Bilancio della Regione, Francesco Saponaro, i fondi dovevano essere attivati nel triennio 2003-2005, quando a capo della giunta c’era Fitto. Inoltre, sempre secondo Saponaro, «la delibera Cipe relativa al disimpegno finanziario» indicava la cifra di poco più di 57 milioni anche se «la revisione in corso provocata dalla Regione Puglia in questi ultimi mesi ha rideterminato in 28 milioni l’ammontare del disimpegno.

Quindi – aggiunge l’assessore – volendo polemizzare si può dire che la giunta Vendola sta cercando di dimezzare il danno provocato dalla giunta Fitto». Fatto sta che in Puglia quei soldi non sono arrivati: dal ministero fanno sapere che le decurtazioni saranno in qualche modo compensate, ma per il momento rimane l’ombra di quei finanziamenti svaniti.

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