Ambiente

Prodotti a basso impatto per consumatori consapevoli: nasce Mangrovia

Dal lavoro di due ragazzi romani prende vita Mangrovia, l'e-shop rivolto a consumatori consapevoli. Ecco cosa c'è dietro l'ambizioso progetto

Prodotti a basso impatto per consumatori consapevoli: nasce Mangrovia
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Dalla passione per il green e la sostenibilità nasce Mangrovia, e-shop rivolto a consumatori consapevoli, aziende responsabili e associazioni no-profit (clicca qui). Il market place che promette di donare il 3% di ogni ordine ricevuto, è nato da un'idea di Gabriele, ceo dello shop, avvicinatosi al "mondo" della sostenibilità nel 2019, e del co-founder Filippo. I due hanno alacremente lavorato al progetto.

Perché "Mangrovia"

Serviva un nome che rappresentasse il concetto di ecosistema. "Le Mangrovie danno vita ad uno dei biomi in grado di assorbire in assoluto più Co2 quindi quale migliore nome!", spiegano i fondatori.

Le mangrovie, infatti, riescono ad assorbire fino a 10 volte l'anidride carbonica rispetto a qualsiasi foresta terrestre, costituendo uno degli ecosistemi più vincenti. Da qui il collegamento alla start-up, finalizzata proprio alla compensazione con l'ambiente, e all'equilibrio con esso.

Mangrovia nasce così, con lo scopo di "aiutare le persone a prendere coscienza nelle loro decisioni di consumo". I due co-founder, entrambi romani, hanno lasciato il loro lavoro in piena pandemia per dedicarsi anima e corpo a questo progetto. "Ci siamo incontrati grazie a Dock3, un pre-acceleratore dell’università di Roma Tre che offre formazione e network per le startup. Il progetto era ed è diventato quello di un marketplace, ovvero una sorta di supermercato online, di prodotti esclusivamente a impatto ambientale ridotto, che aiutasse cittadini e aziende a convertire le loro abitudini di acquisto quotidiane verso un modello più sostenibile", raccontano i fondatori.

Parola d'ordine: trasparenza e sostenibilità

Mangrovia si avvale della formula "3% Giveback" che permette al cliente di destinare il 3% del totale del proprio ordine ad una organizzazione no-profit. Questo senza alcun costo aggiuntivo. In questo modo, il market place si assicura di compesare l'impatto naturalmente prodotto nel corso dei processi di produzione e di trasporto.

Non solo. I rivenditori potranno caricare tutta la documentazione relativa ai loro articoli sul sito, in modo che i clienti abbiano la possibilità di consultarla. I dati saranno quindi permanentemente a disposizione sulla blockchain "Cardano", raggiungibile sia dalla piattaforma che via QR code. In questo modo viene garantita la trasparenza, uno dei principi fondamentali dello shop.

Anche i partner sono stati accuratamente selezionati. Nell'elenco figurano organizzazioni no-profit di livello internazionale, nazionale e locale, come Sea Shepherd, MareVivo e OstiaCleanUp e Donnexstrada.

L'importanza di fare scelte sostenibili

Spesso le persone hanno dei pregiudizi nei confronti dei prodotti eco-sostenibili. Uno dei principali deterrenti spesso è il costo. Ciò che non viene preso in considerazione è che uno shampoo solido venduto a 6,99€ (uno in plastica costa mediamente intorno ai 2,5€) dura poi molto di più: quasi quanto 3 shampoo tradizionali. Oltre a ciò, inquina molto meno. E questo è solo uno dei tanti esempi che possono essere riportati.

"Ognuno deve fare la propria parte: le istituzioni devono legiferare, le aziende devono sviluppare prodotti e servizi diversi e i consumatori devono effettuare scelte diverse", dichiarano i fondatori nel loro comunicato di presentazione. "Esattamente qua entra in gioco l'innovazione, nel senso che tutti questi attori devono fare qualcosa di diverso rispetto a prima. Non è però solo un discorso di innovazione tecnologica: ancor prima serve l’innovazione comportamentale e noi stiamo cercando a modo nostro di fare la nostra parte".

Ognuno di noi, sottolineano, può fare la differenza nella tutela dell'ambiente.

Creare una start up in Italia

Diventare degli sviluppatori di start up in una realtà come l'Italia non è una scelta priva di rischi ma, come ammesso dalle giovani menti dietro al progetto, la soddisfazione finale è davvero tanta."In Italia spesso sei rallentato hai dei tempi morti che spesso dipendono da forze maggiori e che purtroppo non sempre puoi risolvere", spiegano.

"L'italiano in sé ha il mind set da startupper, ma spesso i giovani hanno paura di fare un passo così grande, noi abbiamo navigato in mare aperto per quasi un anno prima scorgere all'orizzonte la possibilità di ottenere un primo round di investimenti.

Che fortunatamente si è concretizzato", sottolineano infine.

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