Ambrogini: lite su Biagi, precari e writers

Erano 68 le proposte presentate dai partiti

«Il regolamento è legge». Forza Italia la spiega così. Per l’opposizione invece è stato «un gravissimo errore», e «una scelta politica». È stata la mancata assegnazione della Medaglia d’oro alla memoria di Enzo Biagi, scomparso lo scorso 6 novembre, ad animare la Commissione riunita ieri per circa cinque ore a Palazzo Marino per decidere a chi concedere gli Ambrogini che saranno consegnati il 7 dicembre dal sindaco Letizia Moratti. A porte chiuse, capigruppo e membri dell’Ufficio di presidenza (Davide Corritore, Andrea Fanzago, Stefano Di Martino e Claudio Santarelli), guidati dal presidente dell’aula Manfredi Palmeri, hanno esaminato le 68 candidature presentate dai partiti entro il 19 ottobre. Tra queste hanno votato a favore per 27 medaglie d’oro, due Grandi Medaglie - a monsignor Gianfranco Ravasi e all’Inter, che compirà cent’anni nel 2008 -, due alla Memoria e 24 attestati. Cinquantacinque riconoscimenti in tutto, troppi secondo l’opposizione, visto che nel 2006 il consiglio aveva inaugurato un’inversione di tendenza mentre per non scontentare nessuno quest’anno il numero è di nuovo cresciuto. È stato il capogruppo della Lista Fo, Basilio Rizzo, a proporre fuori tempo massimo il nome di Biagi per la Medaglia d’oro alla memoria. Il capogruppo azzurro Giulio Gallera spiega che «pur essendoci grande condivisione, prima fra tutti Fi, la morte di Biagi è avvenuta oltre il termine previsto dal regolamento per proporre le candidature (il 19 ottobre, ndr), e noi dobbiamo attenerci strettamente. Ci impegniamo ad assegnarlo il prossimo». Diversa la versione della capogruppo dell’Ulivo Marilena Adamo: «È stata una scelta politica, avremmo potuto fare un gesto di volontà comune ma la Cdl ha messo avanti pretestuosamente la questione formale, come se fosse insuperabile. A quel punto non abbiamo voluto forzare la mano e arrivare ad un voto negativo su una figura alta come Biagi». Anche per il capogruppo di Rifondazione Vladimiro Merlin «è stato un gravissimo errore, purtroppo si “largheggia” dando riconoscimenti anche a personalità che non hanno dato contributi altissimi alla città e poi ci si attacca ad un cavillo per Biagi». Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio, sostiene che «la richiesta era fuori tempo. Ne riparleranno, ma per la Lega era troppo fazioso». Nemmeno discusse le candidature della Lega al patron di Esselunga Giorgio Caprotti o al presidente di Alitalia Maurizio Prato, bocciate invece quelle a Radio Deejay e la trasmissione di Telelombardia Qui studio a voi stadio, «occasioni perse di riconoscere una Milano positiva», sostiene Salvini, che ha ritirato la nomination del Comitato Vivisarpi che difende i diritti dei residenti di Chinatown: a sostenerlo c’era solo l’Ulivo, contraria il resto della Cdl ma anche Rifondazione.
Tra le Medaglie d’oro: i giornalisti Natalia Aspesi e Giangiacomo Schiavi, il vicedirettore del Giornale Michele Brambilla, il rettore della Bocconi Angelo Provasoli, la stilista Anna Molinari, la cantante Caterina Caselli, Antonio Ricci. Proposte dal sindaco e approvate da tutti Gianna Martinengo, Francesca Merzagora e Roberto Calasso. Attestati al Bar Magenta, alla Scuola ebraica Sally Mayer, al comitato famigliari Piccoli Martiri di Gorla. Niente da fare per Valentino, Paolo Maldini, Valentina Cortese, Elio e le storie tese, Alessandra Ferri, Cino Tortorella, le Scuole civiche. Bocciata, anche dal resto dell’opposizione, la proposta di Rizzo di una Medaglia d’oro «al “precario ignoto”, vittima di incidenti sul lavoro, pronto a scappare se mai arrivasse un controllo».

E ritirate dall’Ulivo anche le candidature di tre graffitari: «C’è l’impegno di tutti - spiega la Adamo - a premiare il prossimo anno la nuova associazione Art Kitchen, per riconoscere il valore di chi, amando i graffiti, collabora con le istituzioni».

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