Roma

Ambulanti, ora è emergenza

Simone Turchetti

Roma sarà anche una città aperta, ma qualche volta rischia di esserlo troppo. Venditori abusivi, campi nomadi improvvisati, clandestini che occupano spazi pubblici: una situazione esplosiva. È a rischio la convivenza con i cittadini. Nella capitale vivono circa 400mila immigrati irregolari, spesso in condizioni di estremo degrado. Il Comune, normalmente «morbido» nei loro confronti, promette alla fine di fare qualcosa. Ieri il prefetto Achille Serra ha annunciato l’istituzione, per il mese di luglio, di presìdi di vigilanza per contrastare gli ambulanti senza licenza. Forze dell’ordine e vigili urbani controlleranno 18 strade della città: le principali vie del centro, oltre a viale Giulio Cesare, via Cola di Rienzo e Castel Sant’Angelo, via della Conciliazione e Mura Vaticane, viale Regina Elena, viale Parioli, via Tiburtina, viale Marconi, via della Magliana e viale Europa.
Zone in cui dilaga l’abusivismo, una forma di concorrenza sleale per i commercianti locali che pagano regolarmente le tasse. E, a volte, un problema di ordine pubblico. Martedì notte una rissa tra ambulanti stranieri, nata per la spartizione degli spazi tra le bancarelle, ha richiesto l’intervento dei Carabinieri. L’episodio è avvenuto nel Parco Schuster, vicino alla stazione San Paolo della metro. A darsela di santa ragione otto immigrati, fra cinesi e africani. Tutti regolari, si è scoperto poi.
Gli irregolari creano spesso problemi ancora più grossi. Come alla Magliana, dove la ex scuola Otto Marzo è diventata riparo per decine di stranieri, e zona off limits per i residenti. Non lontano, a Porta Portese, è sorta una baraccopoli di nomadi ed extracomunitari nel Parco Ghetanaccio, reso inutilizzabile per i cittadini. Qui si sono riversati decine di Rom sgomberati mesi fa dalla struttura di Via Rolli,
Altro parco, stessa storia. I cittadini del XVII municipio non ne possono più dei tanti senza fissa dimora che bivaccano a poca distanza da uno dei più bei tratti di lungotevere, nei giardini di Castel Sant’Angelo. Qui il V dipartimento del comune posiziona in inverno una tensostruttura per il ricovero dei senzatetto; d’estate questa viene tolta, ma i vagabondi restano. In condizioni squallide: costretti a mangiare, dormire e a fare i propri bisogni all’aperto. «Purtroppo possiamo solo appellarci al V dipartimento - spiega Rosita Torre, consigliere del XVII municipio -. Ce l’abbiamo con il degrado dei giardini, non con queste persone. Chiediamo l’intervento dell’Ama per fare pulizia, e che siano messi dei servizi igienici. L’ideale sarebbe però trovare un’altra sistemazione per i senzatetto».

La palla a questo punto passa al Comune.

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