Un ambulatorio cardiologico cura la pressione negli anziani

Controllare e curare bene i valori di pressione arteriosa per una battaglia senza tregua all’ipertensione. Killer silenzioso, per questo spesso non aggredito, responsabile (nei casi complicati fino al 50 per cento) di pesanti conseguenze cardiovascolari come ictus, infarto e insufficienza renale. Circa 16 milioni gli italiani ipertesi. Di questi solo il 22 per cento con un valore di normalità della pressione. «In Italia c’è ancora scarsa coscienza di quanto male faccia avere la pressione alta», afferma il professor Stefano Carugo, direttore della cardiologia presso il Pio Albergo Trivulzio di Milano. «E questo è molto vero, non solo nei giovani, ma soprattutto negli anziani. La pressione tende infatti a salire con l’età. Sono numerosi gli studi pubblicati in questi ultimi anni che dimostrano chiaramente l’importanza di controllare e curare l’ipertensione nei grandi anziani (sopra gli 80 anni). A differenza di diversi anni fa, oggi una persona over 80 ha una aspettativa di vita di almeno altri 10 anni. Al Trivulzio stiamo curando un centinaio di ultra 90enni e diversi centenari. Anche in questo caso, vediamo che, nel 50 per cento dei casi, questi pazienti hanno una storia di ipertensione arteriosa». Quali livelli raggiungere per una pressione ottimale nel grande anziano? «Nella persona con più di 80 anni è tollerato come valore di massima (sistolica) anche il 150 mmHg», sottolinea Carugo. «Bisogna però stare attenti a non scendere al di sotto dei 70-60 mmHg con il valore della minima, perché si incorrerebbe nel cosiddetto furto coronarico. Vale a dire rischiare di far venire al paziente un infarto. Quindi non c’è più il beneficio». Anche il recente aggiornamento delle linee guida, alle quali lo stesso Carugo ha dato un contributo, ha confermato questi livelli. «Oggi sappiamo che nel grande anziano, se si riduce il valore della pressione massima da 160 a 150 - prosegue il professore - si abbatte del 20 per cento il rischio di avere un ictus o un infarto». L’interesse in questo ambito è oggi molto forte anche a livello internazionale. Tant’è che al Trivulzio, da qualche mese è stato istituito un ambulatorio, il primo a Milano, dedicato all’ipertensione dell’anziano.

«È una struttura alla quale possono accedere i pazienti e dove si tratta, con un approccio integrato fra specialista, medico di famiglia e paziente, sia l’ipertensione arteriosa che lo scompenso cardiaco. Un ambulatorio dedicato per curare gli anziani a 360 gradi». Novità sono in arrivo: gli inibitori della endopeptidasi e della renina.

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