Sandro Astraldi
da Roma
Di rientro dagli Usa - dove ha incontrato il suo omologo Donald Rumsfeld, discutendo con lui la ridislocazione delle forze americane nel Mediterraneo - Antonio Martino conferma che i sommerigibili nucleari Usa lasceranno presto La Maddalena e raddoppia: «Lintera base americana di Santo Stefano sarà trasferita in un altro paese». Proprio per questo il ministro della Difesa già domani incontrerà a Roma il governatore dellisola Renato Soru per chiarire «le implicazioni territoriali» della vicenda.
Lasciano larcipelago infatti non solo i micidiali hunter killer (sommerigibili dattacco a propulsione nucleare), ma 5mila persone, tra militari e famiglie della base a stelle e strisce. Rimarranno invece uffici, case, ospedali, impianti sportivi, persino chiese. Logico ci si debba interrogare su come procedere. Anche perchè ai «vantaggi» che si potranno riscontrare, occorrerà sottrarre gli «svantaggi», ovverosia la chiusura del rubinetto finanziario Usa che fruttava agli isolani tra laltro un centinaio di posti di lavoro più analoga cifra per via dellindotto.
Approdati nellisola nel 72, gli americani la lasciano ora che il fronte si è spostato verso il Medio Oriente. Da tempo negli ambienti miitari Usa si parla di una complessiva ricollocazione delle forze americane in Europa (persino ventilato uno spostamento del comando generale Nato da Bagnoli, poi smentito da Washington). Labbandono della Maddalena è un primo atto, anche se a questo punto devono ancora esser definiti «modi e tempi», come sottolineato ieri anche dal Pentagono. Non si dovrebbe comunque andare alle calende greche: già ieri sera il sottosegretario alla Difesa Salvatore Cicu ha infatti incontrato alti funzionari dellambasciata Usa a Roma proprio per organizzare una serie di riunioni in cui saranno discussi i tempi del ritiro. Il fatto che poi Martino abbia convocato Soru già per domattina, sembra avvalorare la tesi che lo sgombero avrà luogo con una certa rapidità.
Soddisfatti, comè naturale, i politici sardi che da tempo reclamavano lallontanamento dei sottomarini per i rischi del nucleare (ancora si discute del misterioso incidente occorso allUss Hartford nellottobre di due anni fa) e per la riunificazione di una zona tra le più suggestive dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. Alcuni tra loro hanno cercato in qualche modo di accaparrarsi il merito delladdio Usa, ma a frantumarne le velleità è intervenuto Francesco Cossiga che ben conosce la vicenda per i ruoli ricoperti e per lassiduità con cui segue le cose sarde. Precisato innanzitutto di non aver mai creduto «ai rischi del nucleare» e di aver predisposto personalmente «i piani di sgombero in caso di incidente» quandera titolare degli Interni, lex capo dello Stato puntualizza che se di vittoria si vuol parlare, si deve riconoscere allora che «è un grande successo del governo Berlusconi e del ministro Martino su un terreno sul quale il governo Prodi non cercò nemmeno di misurarsi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.