Luciana Baldrighi
Cesare Marchi e Giulio Nascimbeni, che furono i suoi maestri di giornalismo, definivano Stefano Lerenzetto «linamovibile». Nato e cresciuto a Verona, Lorenzetto infatti dalla sua città natale non se ne era mai andato e per oltre ventanni aveva contribuito a fare del giornalismo veronese uno dei più interessanti fenomeni italiani. «È stato per smentire quei maestri - ha raccontato ieri sera lui stesso - che ho accettato di venire a Milano a fare il vice direttore vicario di Vittorio Feltri. Unesperienza che mi è piaciuta, ma che non ripeterò, perché mi ha comunque fatto comprendere che in fondo Marchi e Nascimbeni avevano ragione: fuori da Verona soffro, e nello studio di casa mia indosso la mia poltrona come se fosse un abito su misura».
Organizzata dagli Amici della Lirica la serata che ha visto il giornalista e scrittore festeggiato al Grand Hotel Duomo di Milano in occasione della presentazione del suo «Dizionario del buon senso. Il Paese irreale dalla A alla Z» (con prefazione di Vittorio Messori ed edito da Marsilio), aveva un presentatore deccezione nella persona di Maurizio Belpietro, direttore de il Giornale, che ha avuto Lorenzetto prima come suo vice e ora come articolista principe del suo quotidiano. Al tavolo donore, accanto al direttore, la madrina degli Amici della Lirica Daniela Javarone, che ha donato a Belpietro una targa di benemerenza sempre allinsegna dei meriti professionali e del suo successo televisivo Lantipatico su Rete 4, Mario Cervi ex direttore e firma storica di via Negri, il presidente Gian Galeazzo Biazzi Vergani, Sergio Rotondo, responsabile dei servizi sportivi, accompagnato dalla moglie Donatella, Stenio Solinas inviato ed editorialista della medesima testata ed Enrico Groppali, critico teatrale. Accanto a loro sedevano il Generale Emiliano Bezzon, neocomandante dei Vigili Urbani di Milano, Matilde Ceci, campionessa olimpionica di pattinaggio, Nerina Bozzi, lassessore al lavoro Andrea Massaretti e la moglie Milena Polidori, direttore della Società Umanitaria, Carla Belpietro, Paola Neri, Vincenzo De Vera DAragona, Raffaella Curiel e Marisa Bersia.
Nel suo intervento Belpietro ha messo in evidenza come il libro di Lorenzetto sia il frutto di unattenzione straordinaria alle manie e ai difetti degli Italiani, dovuta a un girovagare per lItalia con il fiuto di un cane da tartufo della notizia, unita a una profonda ironia e a una intensa umanità. Mentre il presidente degli amici della Lirica, il Marchese Alberto Litta, pensava già alla serata dedicata alla Callas, i giornalisti presenti hanno simpaticamente «dovuto» esprimere un parere sul loro direttore. Che naturalmente è stato positivo. Ironia e allegria hanno percorso tutta la serata.
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