«Unimmensa ferita in una famiglia per bene di Roma, e nei cuori di tanti amici e ragazzi che direttamente o indirettamente conoscevano Gabriele». Lo scrivono in una lettera aperta Renato e Matteo, due amici di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso ieri da un proiettile mentre si trovava in auto in unarea di servizio sullA1 nei pressi di Arezzo.
«I fatti dimostrano il forte degrado sociale a cui siamo esposti, e che di giorno in giorno aumenta a dismisura», spiegano i due ragazzi, secondo i quali «è sconcertante il clima di guerriglia urbana che ha seguito in tutta Italia una vicenda che non centra nulla con il pallone, se non per la morte di un bravo ragazzo, impegnato nella vita quotidiana con il mestiere di commesso presso il negozio di famiglia, e che portava avanti le sane passioni per la musica e per il calcio, fonti di aggregazione e stimoli positivi a livello sociale». «Per una casualità degna del miglior film dautore, Gabriele si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato».
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